Non si firmerà il 3 dicembre la nuova convenzione tra Ssn e farmacie private: nella riunione, già calendarizzata dalla Sisac (la struttura che nella negoziazione rappresenta le Regioni) verranno discusse le ultime richieste di modifica avanzate da Federfarma, relative agli allegati della bozza, quindi attorno al 20 del mese il sindacato titolari e Assofarm porteranno il testo finale davanti ai loro organismi di rappresentanza (l’assemblea nazionale, nel caso della Federazione) perché lo votino. La precisazione arriva da Marco Cossolo, presidente di Federfarma, che ieri ha partecipato alla tavola rotonda che a Venezia ha concluso l’ottava edizione delle Giornate nazionali delle farmacie pubbliche, la convention di Assofarm. «Non mi risulta che il 3 dicembre si firmi nulla» ha detto «ci sono ancora alcune cose da sistemare e se si troverà l’intesa dovremo poi portare il testo all’assemblea perché l’approvi. Solo dopo il via libera di quest’ultima firmeremo».
Stesso concetto dal presidente di Assofarm, Luca Pieri: «Io non ho detto che il 3 dicembre avremmo firmato, anche noi sigleremo la convenzione soltanto dopo avere portato il testo all’attenzione del nostro organismo direttivo». A parte la querelle sulla “firma-non firma”, Cossolo si è detto soddisfatto della negoziazione: «Dico solo che è 25 anni che aspettavamo il rinnovo».
Altro tema che ha “riscaldato” la tavola rotonda di Assofarm, la prossima lenzuolata di riclassificazioni da diretta-pht a convenzionata che l’Aifa dovrebbe disporre per il prossimo marzo in base a quanto prevedeva la Legge di bilancio per il 2024. Secondo Nello Martini, presidente di Fondazione ReS, a primavera non ci saranno altri interventi perché riduzione del tetto della convenzionata (da quest’anno al 6,8% dal 7% del 2023) e riclassificazione delle gliptine si sarebbero “mangiate” tutto l’avanzo di spesa. «Il cosiddetto “tesoretto” si è esaurito» ha spiegato Martini «quindi nel nuovo anno non ci saranno altre riclassificazioni. Se la farmacia vuole davvero tornare a dispensare tutti i farmaci, l’unica strada è quella di completare la riforma della remunerazione e passare al “fee for service” ossia una remunerazione basata sulla sola quota fissa per confezione».
Di diverso avviso il presidente Cossolo: «La riclassificazione delle gliptine è scattata materialmente solo dalla metà di quest’anno, quindi risorse disponibili ci sono» ha detto «tanto è vero che al tavolo tecnico istituito dalla Legge di bilancio per monitorare le riclassificazioni si sta lavorando proprio per i prossimi trasferimenti in convenzionata».
Polemiche a parte, la Giornata è servita anche a ricordare il ruolo sociale delle farmacie comunali: «Venezia conta 14 esercizi pubblici e sono un presidio irrinunciabile» ha ricordato nel suo intervento l’assessore comunale al Bilancio e alle società partecipate, Michele Zuin «rappresentano quindi un servizio che Venezia vuole continuare ad offrire nonostante la difficoltà, a partire dalla difficoltà di trovare farmacisti disponibili al trasferimento».
«Siamo una realtà coesa» ha ricordato dal canto suo il presidente Pieri «e Assofarm è un sindacato che lavora bene e nell’interesse degli associati. Il nostro principio è che il paradigma della prossimità sia il luogo, la farmacia come presidio, al centro della quale c’è ovviamente il farmacista». Tra i fronti sui quali oggi è più impegnata Assofarm, la revisione della legge Madia che riforma l’amministrazione pubblica. Le sue disposizioni obbligano attualmente le farmacie comunali, in paerticolare le più piccole, a indire gare per qualsiasi acquisto di medicinali, a prescindere dai quantitativi. «Stiamo lavorando a una modifica» spiega Pieri «per consentire alle nostre municipalizzate di lavorare in modo snello ed efficiente».