C’è voluto quasi un mese, ma ora è ufficiale: preoccupa anche Federfarma nazionale il Documento sulla nuova governance del farmaco presentato il 10 dicembre scorso a Roma da Aifa e dicastero della Salute. Lo disvela la circolare diffusa ieri dalla Federazione, nella quale si ammette che gli interventi sulla spesa farmaceutica abbozzati dal testo, se confermati, «incideranno profondamente sul sistema di erogazione dei medicinali a carico del Ssn». Per tale motivo, prosegue la nota, il sindacato ha chiesto un incontro al ministro Grillo «per illustrarle le proprie proposte con cui rafforzare la collaborazione delle farmacie sul fronte del monitoraggio dell’uso dei farmaci e dell’accesso ai farmaci costosi, attraverso il potenziamento della dpc e la revisione del modello di remunerazione». Nella comunicazione trasmessa al Ministero, inoltre, Federfarma ha anche riportato «le preoccupazioni dei titolari di farmacia per l’impatto delle misure ipotizzate, in particolare l’eventualità di un’ulteriore riduzione della spesa farmaceutica convenzionata e delle opportunità terapeutiche a disposizione dei cittadini».
Con tale intervento la Federazione si mette in coda alla fila di organizzazioni e sindacati di categoria che già da settimane hanno preso posizione sul Documento per la nuova governance (elaborato dal tavolo tecnico istituito ad agosto dal ministro Grillo, presenti tra gli altri Silvio Garattini e Francesca Tosolini, coordinatrice degli uffici farmaceutici regionali nell’ambito della Conferenza delle Regioni). Farmindustria, per esempio, aveva espresso fin da subito forti perplessità sulla proposta di fare dell’equivalenza terapeutica il criterio con cui avviare una revisione del Prontuario diretta ad abbassare i prezzi dei farmaci: tali misure, avevano scritto gli industriali in una nota, «possono presentare potenziali rischi per la salute dei pazienti, oltre che mettere a repentaglio gli stabilimenti di produzione e quindi l’occupazione nelle diverse Regioni».
Interventi a stretto giro di posta anche dai medici di famiglia di Simg, Snami e Fimmg, perplessi per l’evidente connotazione “economicistica” delle misure contemplate dal documento. «Tutte le operazioni regolatorie che vengono effettuate sul farmaco» osservava in particolare la Simg in un comunicato diffuso il 12 dicembre «non prendono mai in considerazione la “pesatura” del beneficio che la sua prescrizione produce in termini sia di salute sia di risparmi economici».