Mentre Federfarma e Assofarm sono ancora in attesa che il Ministero risponda alla loro richiesta di un incontro nel quale esporre la proposta di remunerazione messa a punto nelle settimane scorse, tra i farmacisti titolari fervono conti e stime per valutare l’impatto del nuovo modello sulla marginalità delle loro farmacie. Un contributo in tal senso arriva dallo studio Sediva di Roma, che nella newsletter aziendale di oggi propone un confronto tra la remunerazione attuale e il sistema misto caldeggiato da Federfarma E Assofarm a partire dalla dcr mensile di una farmacia “reale”.
L’esercizio – specifica il titolare nella lettera inviata al commercialista di Sediva, Roberto Santori, per avere un raffronto tra i due modelli – beneficia dalla propria cooperativa di una scontistica media sui farmaci del Ss del 32%. E questa è la sua dcr del mese di agosto:
Rigo B | Importo lordo SSN | € 38.894 |
Righi C1+C2+C3+C4 | Sconto SSN+Aifa+2,25% | – € 2.219 |
Rigo E1 | Ticket | – € 5.644 |
Rigo H | Importo netto | € 31.031 |
Per calare i valori nel nuovo modello, Santori scorpora iva e scontistica dall’importo lordo Ssn e ricava il costo complessivo dei farmaci, pari a 24.044 euro. «Il margine totale che ne consegue con il sistema di remunerazione attuale» scrive Santori «è dato dalla differenza tra l’importo netto che liquida la Asl e il costo dei farmaci: 31.031 meno 24.044 uguale 6.987 euro».
Per calcolare, invece, quale sarebbe la marginalità con il nuovo modello, il commercialista ripartisce i volumi trattati dalla farmacia nelle 4 diverse fasce di prezzo previste dal sistema misto di Federfarma e Assofarm:
Fascia | Pezzi | Prezzo | Quota% (netto iva) | Quota fissa | Quota premiale |
fino a 4€ | 916 | € 2.444,54 | € 155,56 | € 458,00 | € 83,90 |
da 4 a 11€ | 1825 | € 12.830,32 | € 816,47 | € 3.102,50 | € 162,70 |
oltre 11€ | 510 | 11.186,07 | € 711,84 | € 1.326,00 | € 35,60 |
Totale | € 26.460,93 | € 1.683,87 | € 4.886,50 | € 282,20 |
Con il nuovo schema di remunerazione, scrive ancora Santori, il margine totale è dato dalla sommatoria di quota percentuale (1.683,87 euro), quota fissa (4.886,50 euro) e quota premiale (282,20 euro), ossia 6.852,57 euro, ovviamente più iva. Rispetto alla marginalità precedente, ne deriva sul mese «un leggero danno» per la farmacia, pari a circa 134 euro (ossia 6.987 euro meno 6.852,57).
Il discorso cambia se la farmacia acquistasse i farmaci al solo sconto di legge del 30,35%: il loro costo ammonterebbe a 24.827 euro, il margine risultante si fermerebbe a 6.404 euro e quindi il confronto con il nuovo sistema darebbe una differenza positiva (ossia un guadagno rispetto all’attuale sistema) di circa 449 euro. «Di conseguenza» è la conclusione di Santori «il nuovo sistema di remunerazione comporta un vantaggio o un danno in relazione alla capacità contrattuale» della singola farmacia: nel caso esaminato, l’ottimo sconto riconosciuto dalla cooperativa comporta «quel modesto pregiudizio di 134 euro».
Su calcoli e stime di Sediva, poi, pesa un grosso punto interrogativo: Regioni e Ssn accetteranno la proposta di Federfarma e Assofarm che conserva lo sconto di legge del 30,35% su tutti i farmaci, generici compresi? E’ uno delle principali scommesse (per non dire azzardi) che reggono la proposta dei due sindacati.