Potrebbe pensarci Iqvia, la società di analisi e ricerche di mercato, a sbrogliare la matassa della nuova remunerazione e individuare il modello che meglio di ogni altro può garantire la sostenibilità delle farmacie. E’ l’ipotesi di lavoro che si sta consolidando in Federfarma dopo gli inviti a procedere con cautela fioccati nell’assemblea generale del sindacato del primo marzo scorso: nel corso della seduta, dedicata in buona parte alla riforma della remunerazione, diversi delegati avevano avvertito dei rischi cui si potrebbe andare incontro se si sbagliassero i conti. Ormai la marginalità delle farmacie è così risicata, avevano detto in parecchi, che eventuali errori avrebbero effetti pesantissimi.
Preso atto di tali richiami, Federfarma ha cominciato già dai giorni successivi a valutare la possibilità di delegare a qualche società di ricerche o di advisory lo studio del nuovo modello. Iqvia si è velocemente imposta come il soggetto più qualificato per eseguire il lavoro e da quanto risulta a FPress proprio oggi è prevista in Federfarma una riunione nella quale dovrebbero essere sciolti gli ultimi nodi. A partire dall’impegno economico che l’operazione richiederebbe: il preventivo presentato da Iqvia, per quanto legittimo in rapporto a entità e qualità del lavoro richiesto, risulta oneroso e Federfarma vuole capire con quanto potrebbero partecipare alla spesa le altre organizzazioni interessate (Assofarm per cominciare, ma forse anche Adfe Federfarma Servizi, che siedono al tavolo sulla remunerazione).
Sulla valutazione dell’onere economico, poi, pesano anche le prospettive della riforma: a quanto pare, nell’incontro avuto la settimana scorsa con Assofarm e Farmacieunite, il sottosegretario alla Salute Luca Coletto avrebbe escluso la possibilità di inserire il negoziato sulla remunerazione nel confronto tra Stato e Regioni per il nuovo Patto sulla salute. Al contempo, la nuova governance del ministero della Salute dovrebbe sfornare nei mesi a venire altri interventi sui prezzi di diverse categorie terapeutiche del Prontuario (come è stato fatto l’altra settimana con i Nao), dunque c’è il forte rischio che pesi e misure della spesa farmaceutica possano presto cambiare. E il modello eventualmente messo a punto da Iqvia, che per volere di Federfarma dovrebbe fare riferimento alla marginalità 2018, potrebbe perdere ogni valore.