Forse sono fondati i timori di alcune Regioni sugli effetti della nuova remunerazione che da marzo retribuisce le farmacie per i farmaci dispensati in regime rimborsato. Così come sembrano fondate le preoccupazioni dei farmacisti lombardi per i loro fatturati, sempre per le ricadute della nuova remunerazione. A dirlo, i dati rilasciati ieri dall’Aifa sulla spesa farmaceutica pubblica relativa al periodo gennaio-aprile 2024: in quattro mesi, dice in sintesi l’Agenzia, la spesa convenzionata lorda (cioè calcolata in valori prezzi al pubblico) supera i 3,3 miliardi di euro, in contrazione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia la spesa convenzionata netta, ossia così come risulta dalle dcr delle farmacie, cresce del 2,3% sull’anno scorso (vedi sotto). In sostanza, commenta il direttore tecnico-scientifico dell’Aifa, Pierluigi Russo, «si iniziano a registrare gli effetti sulla spesa farmaceutica convenzionata del nuovo schema di remunerazione delle farmacie introdotto a partire da marzo, che interviene disancorando l’agio del farmacista dal prezzo del medicinale e incamerando la remunerazione aggiuntiva introdotta dopo la pandemia».
Ma i dati dell’Aifa danno ragione anche alle preoccupazioni che sulla nuova remunerazione esprime da tempo Federfarma Lombardia. Se a livello nazionale la spesa convenzionata netta cresce del 2,3%, infatti, nella regione il quadrimestre chiude in contrazione: -0,6%. E che la perdita sia da addebitare interamente alla nuova remunerazione lo dimostrano i dati Aifa di gennaio-febbraio: nel primo bimestre la Lombardia registra una spesa convenzionata netta in crescita dell’1,5%, un incremento che i due mesi successivi – con la nuova remunerazione – si sono interamente mangiati (vedi sotto).
Da notare, infine, che sulla spesa ancora devono farsi sentire gli effetti della riclassificazione da Pht a fascia A delle gliptine, un provvedimento che l’Aifa aveva varato ad aprile ma che le Regioni hanno recepito in ordine sparso soltanto dall’inizio dell’estate: «Probabilmente» è il commento di Russo «solo con i dati di monitoraggio gennaio-luglio 2024 si inizierà a registrare l’impatto effettivo sulla spesa». Al momento, al giro di boa del primo quadrimestre, la spesa convenzionata vale il 6,4% del Fondo sanitario, a fronte di un tetto che quest’anno è fissato al 6,8%.