Nell’attesa, sempre più concitata, che l’Aifa ufficializzi le prime riclassificazioni da pht a convenzionata secondo quanto previsto dalla Legge di bilancio per il 2024 (il termine indicativo era il 30 marzo), le farmacie cominciano a fare i conti con la nuova remunerazione e i cambiamenti che l’accompagnano. Tra i quali, spicca già la “dipicizzazione” delle dcr: se finora il sistema delle 21 repubbliche sanitarie faceva sentire i suoi effetti sui compensi della distribuzione per conto, diversi da regione a regione, ma non sui margini della distribuzione convenzionata, ora il regionalismo ha impresso il suo bollo anche sui meccanismi con cui vanno conteggiate le distinte mensili.
Sì perché il fatto, come le software house hanno già avuto modo di segnalare a Federfarma nazionale da alcune settimane, è che su diverse voci della dcr molte regioni hanno dettato regole differenti. Qualche esempio? Basilicata, Valle D’Aosta e Provincia autonoma di Trento, per cominciare, hanno specificato che sulle loro distinte non va riportato lo sconto Aifa dello 0,60%; per le farmacie non dovrebbe cambiare nulla (la trattenuta viene normalmente rimborsata dai grossisti), ma intanto per le software house è una grana tecnica in più (di non facilissima soluzione).
Ancora: Marche, Molise e Valle D’Aosta hanno voluto applicare la nuova remunerazione anche ai farmaci di fascia C prescritti con ricetta Ssn (per chi gode di esenzione, come malati orfani e invalidi di guerra); anche in questo caso per le farmacie cambia poco (stiamo parlando di una casistica molto limitata) ma intanto è un’altra variabile sulla quale vanno istruiti i gestionali delle farmacie.
Forse più impattante la decisione della Valle d’Aosta di applicare la nuova remunerazione anche sull’ossigeno, idem (e senza forse) per la disposizione emanata da otto regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Veneto e Piemonte) di conteggiare la quota marginale del 6% su ogni singola confezione e non sul totale riportato in dcr. Per il gioco degli arrotondamenti, si rischiano differenze significative tra farmacie di due regioni diverse, che rischiano di incidere sul fatturato Ssn e quindi sull’accesso alle quote premiali.
Altro caso ancora per la provincia autonoma di Trento, che ha dato anche indicazioni perché la quota tipologica per farmacia (in base al fatturato e alla ruralità) sia tenuta fuori dal capo iva. Insomma, se uno degli obiettivi della nuova remunerazione era quello di ridurre le differenze regionali tra le farmacie, l’avvio non è dei più promettenti.