Dopo il drastico calo legato alla pandemia, tornano a crescere le rapine ai danni delle farmacie del territorio, anche se i numeri non sono quelli del pre-covid. È l’indicazione che arriva dall’ultimo Rapporto dell’Ossif, l’Osservatorio intersettoriale sulla criminalità istituito dall’Associazione banche italiane (Abi) e partecipato tra gli altri da Federfarma, Confcommercio, Federdistribuzione e Poste italiane: nei primi sei mesi del 2022 gli attacchi ai danni delle farmacie sono stati 168, il 5,9% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nei dodici mesi del 2021, invece, le rapine sono state 435, in crescita del 2,3% sul 2020. «Il numero di eventi» osserva il Rapporto «è comunque tra i più bassi degli ultimi dieci anni e paragonato al totale del 2013, anno in cui è stato raggiunto un picco di oltre 1.200 rapine, la contrazione è superiore al 65%».
Nel 2021, dicono ancora i dati, le rapine in farmacia si sono concentrate prevalentemente in Lombardia, dove sono stati registrati 110 episodi (+3,8% rispetto al 2020). Seguono il Lazio con 79 casi, la Campania con 67 e la Sicilia con 51. Complessivamente, le rapine sono aumentate in dodici regioni, con la Puglia che registra l’incremento maggiore (+120%, da 10 rapine nel 2020 a 22 nel 2021) seguita dalla Campania (+26%, da 53 a 67). Il Lazio invece è la regione dal rischio più elevato, 4,9 rapine ogni 100 farmacie.
A livello provinciale, sono invece Milano e Roma le più colpite, con 90 e 78 rapine rispettivamente (in aumento sul 2020 in entrambi i casi: +20% a Milano e +5% a Roma). Seguono le province di Napoli con 37 rapine, Palermo con 27 e Salerno con 23 (in forte aumento rispetto ai 2 casi registrati nel 2020). Eventi in calo invece in 31 province, tra le quali Bologna (-77%), Torino (-30%) e Napoli (-26%).