Non dovrebbe comportare ripercussioni sulla disponibilità di bombole l’entrata in vigore, a partire da domani, della disposizione dell’Aifa che obbliga le aziende produttrici di gas medicali a riempire di ossigeno soltanto i cilindri di loro proprietà. Perché nel giro di un paio di anni, cioè da quando l’Agenzia del farmaco ha impartito il provvedimento poi posticipato per quattro volte, le farmacie del territorio hanno via via smaltito o venduto i loro contenitori. Questa, almeno, è l’indicazione proveniente da Assogastecnici, l’associazione che rappresenta le aziende del comparto, e viene confermata da Federfarma: ormai sul mercato “girano” soltanto bombole dei produttori, può esserci ancora qualche farmacia che si ostina a usare i suoi contenitori ma si tratta di casi isolati.
E’ questo quadro, d’altronde, che nelle settimane scorse aveva convinto Federfarma a non presentarsi all’Aifa con la richiesta di un ulteriore rinvio: sarebbero stati cinque dal dicembre del 2015, un po’ troppi anche per un Paese che vive di proroghe come il nostro. Senza contare che già il quarto posticipo, quello chiesto e ottenuto dalla Federazione nel giugno scorso, era apparso a qualcuno un sovrappiù. Per esempio Assogastecnici, che infatti si era astenuta dal richiederlo perché i dati dicevano che già a quel momento le bombole appartenenti alle farmacie non erano più in circolazione o quasi.
Per un problema che si risolve, quello dei cilindri, ce n’è un altro che ancora permane, quello dei costi imputati dai produttori alle farmacie per noleggio o trasporto delle bombole. La pratica, come noto è diffusa tra le aziende ma contestata da Federfarma, che nell’autunno scorso aveva ricevuto un sostegno dal ministero della Salute sotto forma di un parere che giudicava illegittimi questi ricarichi. Assogastecnici, ovviamente, non ha gradito e chiederà al Ministero un “ripensamento”: è vero che l’ossigeno è un farmaco, ribattono all’associazione, ma non ci sono altri farmaci il cui contenitore arriva a costare dieci volte il contenuto (come l’ossigeno) e il cui peso lordo supera i cento chili, con costi facilmente immaginabili sul trasporto. Anziché formulare pareri che di fatto ricordano ciò che dicono le norme in vigore, è dunque la linea di Assogastecnici, il Ministero dovrebbe avviare un tavolo di confronto tra le parti dove trovare soluzioni condivise ai problemi esistenti.