Sembrano vicini alla ripartenza i lavori del cantiere per il nuovo Patto della salute 2019-2021, fermi da qualche mese per le turbolenze politiche di quest’estate. Invita a tale ipotesi il documento di sintesi che il dicastero della Salute ha inviato alle Regioni (sulla base di quanto convenuto nella riunione del 23 settembre) per passare in rassegna «gli argomenti» che risultano all’esame degli uffici ministeriali «al momento dell’insediamento del nuovo Governo».
In sostanza, si tratta di una sorta di aggiornamento per schede della bozza di lavoro che il Ministero aveva inviato ai governatori ai primi di giugno, quando la titolare era ancora Giulia Grillo. Sembrano dunque trovare sostanziale riconferma le indicazioni che quel testo forniva in tema di farmacie: «Nell’ambito delle attività per il miglioramento della qualità dei servizi sul territorio» recita la sintesi «si intende proseguire il percorso di qualificazione del ruolo della Farmacia dei Servizi, che – inserita nelle reti territoriali – partecipi alla gestione di problematiche relative alla salute della persona, ai processi di presa in carico e non solo alla dispensazione del farmaco. L’impegno è quello di una valutazione della sperimentazione in corso (quella di durata triennale sulla remunerazione della farmacia dei servizi, ndr) e una coerente revisione del rapporto convenzionale per una sua applicazione nelle singole realtà regionali».
Nella bozza del giugno scorso, va detto, c’era un po’ di più, a partire dal passaggio che segnalava la necessità di «tutelare il ruolo delle farmacie rurali» per la loro «importante funzione sociale. Come detto, però, il documento inviato alle Regioni è una sintesi per schede dei temi sui quali al Ministero si sta lavorando, dunque sarebbe fuori luogo allarmarsi per l’omissione. Piuttosto, è esercizio utile soffermarsi su ciò che lo stesso documento riporta a proposito dei servizi territoriali, l’argomento cui è dedicato il paragrafo dove si parla di farmacia dei servizi. «Nell’ambito territoriale» si legge «va preso atto di consolidate differenze organizzative fra le varie regioni e al contempo di una forte differenziazione nei servizi resi; l’obiettivo quindi è quello di individuare parametri e standard di dotazione ed erogazione dei servizi sanitari e sociosanitari, ivi compresi i servizi domiciliari» in questo contesto, «va preso atto della centralità della funzione della medicina generale e dei pediatri di libera scelta, per cui è prioritaria la conclusione della nuova convenzione per la mg».
Intanto, le indicazioni del documento in tema di farmacia dei servizi raccolgono il plauso delle organizzazioni di rappresentanza delle farmacie. «Siamo certi che la farmacia dei servizi dimostrerà la sua enorme potenzialità come presidio sanitario polifunzionale» è il commento del presidente della Fofi, Andrea Mandelli «e questo grazie alla professionalità del farmacista e al suo stretto rapporto con il paziente e con la comunità in cui opera quotidianamente». «Ringrazio il ministro Roberto Speranza» dice il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo «per aver voluto confermare questa previsione. Per noi è sicuramente un riconoscimento molto importante che ci spinge a lavorare con ulteriore lena».