In Emilia Romagna le farmacie che dispenseranno paxlovid agli assistiti con ridotta funzionalità renale dovranno procedere allo sconfezionamento dei blister e alla rimozione delle compresse (rosa) a base di PF-07321332, uno dei due principi attivi che compongono il farmaco. E’ l’indicazione emersa nell’incontro organizzato ieri dalle Regione per organizzare le forniture dell’antivirale in applicazione del protocollo firmato il 15 aprile da ministero della Salute e filiera farmaceutica. Lo sconfezionamento, secondo quanto riferito dai tecnici regionali, è già praticato dalle farmacie ospedaliere che finora hanno distribuito il farmaco e serve a ottimizzare la terapia nei pazienti con insufficienza renale, che fanno fatica a metabolizzare il PF-07321332 ma non hanno problemi con il ritonavir; i dati, è stato assicurato, dicono che la scelta dà ottimi risultati e quindi è stato chiesto alle farmacie del territorio di replicare la procedura.
«Prima di dare il nostro assenso abbiamo chiesto di vedere il protocollo operativo» spiega a FPress Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna «anche perché ogni sconfezionamento va tracciato su un foglio di lavorazione, più o meno come accade per le preparazioni galeniche. Di certo si tratta di un’attività che richiede tempo e attenzione, ma i casi sarebbero davvero sporadici. I pazienti interessati sono segnalati dal medico nella scheda del Piano terapeutico e le compresse “scartate” andrebbero smaltite secondo le abituali procedure».
Non solo: sempre dalla Regione è stato riferito che le confezioni del farmaco distribuite finora sono in lingua inglese perché arrivano direttamente dagli Usa. Come già fanno i farmacisti ospedalieri dall’inizio della somministrazione, quindi anche le farmaci del territorio dovranno allegare a ogni scatola dispensata uno stampato con la traduzione in italiano, che verrà fornita dalle Asl.
Ma ci sono sorprese anche per i distributori: al contrario di quanto stabilito nelle Regioni che già si sono mosse, in Emilia Romagna non saranno le Asl a recapitare paxlovid ai grossisti ma i grossisti che dovranno andare a prendersi i lotti a Ferrara, dove ha sede il centro di stoccaggio regionale che gestisce le forniture regionali.
«Tanto i distributori quanto noi» riprende Gallina Toschi «abbiamo ribadito che si tratta di un servizio fornito gratuitamente, ma soltanto fino a esaurimento delle forniture disposte dall’Aifa (45mila confezioni di paxlovid, 3.400 in Emilia Romagna, ndr). Dopo, ci dovremo risedere al tavolo e concordare una remunerazione. Anche perché, è stato detto, con l’arrivo della stagione autunnale e un’eventuale nuova ondata pandemica, l’antivirale diventerà un’opzione complementare alla vaccinazione. E quindi c’è da aspettarsi un progressivo aumento dei consumi». Il protocollo del 15 aprile, però, scadrà soltanto il 31 dicembre 2022. «E’ vero» ammette Gallina Toschi «ma noi ci fidiamo della nostra Regione anche nelle altre le farmacie godono oggi di un particolare credito per quanto fatto dall’inizio della pandemia».