filiera

Poct, contro i referti firmati in farmacia anche i tecnici sanitari di laboratorio

12 Marzo 2025

Dopo biologi, laboratori e medici ospedalieri, contro l’allegato della nuova Convenzione che chiede ai farmacisti di firmare i «referti” dei test diagnostici scendono anche i tecnici sanitari di laboratorio. «Pur riconoscendo il ruolo centrale delle farmacie sul territorio» scrivono in una nota – spiega in una nota la Commissione albo nazionale dei tecnici sanitari di laboratorio biomedico della Federazione Tsrm e Pstrp «è fondamentale garantire che l’attuazione di tale accordo avvenga nel rispetto degli standard di qualità e sicurezza necessari per la tutela della salute pubblica».

I Poct utilizzati nelle farmacie, prosegue il comunicato, consentono analisi rapide ma presentano una maggiore variabilità rispetto ai prelievi venosi effettuati nei laboratori accreditati, aumentando il rischio di errori. «Solo professionisti qualificati, come i tecnici sanitari di laboratorio biomedico, biologi e medici specialisti in patologia clinica, biochimica clinica e microbiologia clinica, possiedono le competenze necessarie per garantire referti affidabili».

Inoltre, le farmacie non sono strutture sanitarie e non possono certificare l’intero processo diagnostico: le analisi effettuate in questi contesti costituiscono solo una valutazione preliminare e non sostituiscono una diagnosi definitiva. «Per questo» cnclude la nota «è essenziale che ogni referto sia validato da professionisti competenti, a garanzia della validazione tecnica e clinica. In definitiva sottolinea l’importanza di un chiaro distinguo tra servizi farmaceutici e diagnostici, evitando sovrapposizioni di competenze e garantendo ai cittadini prestazioni sicure e di qualità».