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Remunerazione, cresce nel sindacato il dibattito aperto dalla Lombardia

4 Ottobre 2019

E’ ormai conto alla rovescia per l’Assemblea di martedì prossimo, dove Federfarma presenterà ai delegati delle associazioni territoriali la proposta di riforma della remunerazione che verrà inviata a Governo e Aifa. Intanto all’interno del sindacato si intensifica il dibattito aperto una decina di giorni fa dalla Lombardia con la lettera che diffidava la presidenza nazionale dal proseguire nella riforma senza avere concluso il confronto con le rappresentanze regionali. Tra coloro che condividono perplessità e preoccupazioni dei lombardi c’è il presidente di Federfarma Trapani, Leonardo Galatioto, che in una lettera inviata ieri alla Federazione e alle associazioni regionali e provinciali definisce «un autogol» il sistema misto messo a punto da Federfarma nazionale. «Tutte le criticità di questa “formula“» scrive «nascono da un’errata valutazione delle cause che hanno progressivamente ridotto il valore medio della ricetta Ssn, la cui svalutazione inizia dalla determina Aifa del 2004 che istituisce il Pht». Per tale motivo, «stupisce che – anziché chiedere con determinazione il rientro nella convenzionata di tutti i farmaci che non hanno più ragione di restare in tale elenco – la Federfarma persegua una linea che, nella più rosea delle ipotesi, non porterà ristoro alcuno alle farmacie italiane».

Risale a ieri anche la lettera con cui Federfarma Emilia Romagna invita la presidenza nazionale «ad attivare rapidamente tutti i passaggi necessari a completare l’iter di riforma della remunerazione, per poi affrontare e definire successivamente anche il tema della dpc, al fine di diminuire fortemente la distribuzione diretta (tema di cui attualmente non c’è traccia nella proposta della Federazione, ndr)». Il consolidarsi di canali e modalità di distribuzione del farmaco alternativi alle farmacie combinato con la progressiva riduzione del valore medio della ricetta, ricorda l’Emilia Romagna, «erode costantemente le marginalità delle nostre farmacie». E’ quindi urgente «tutelare i livelli di remunerazione a vantaggio dei propri associati, definendo altresì una governance del comparto farmacie che da anni registra condizioni di preoccupante fragilità̀ economica».

Anche per Federfarma Piemonte la strada tracciata dalla Federazione va imboccata con convinzione: «Il modello individuato dal consiglio nazionale di presidenza» scrive oggi in una lettera il presidente Massimo Mana «è l’unico in grado di contrastare l’erosione della marginalità sul farmaco dispensato in regime di Ssn e potenziare il ruolo professionale della farmacia del territorio. Nessuno ha la sfera di cristallo: ma parimenti non vi è dubbio che i timori e le attese del passato abbiano pesantemente influito in negativo sulla redditività delle farmacie e che il modello ipotizzato sia stato costruito sulle migliori basi numeriche e previsionali attualmente disponibili».

Mostra ottimismo sulla proposta che la presidenza nazionale esporrà martedì in assemblea anche Federfarma Puglia, che esprime «piena fiducia al presidente e al consiglio, riconoscendo un grande sforzo di elaborazione e una paziente volontà di condivisione». La proposta che emergerà dall’Assemblea, conclude l’Unione regionale, «non potrà che aggiungere valore, sostenibilità e ruolo alla farmacia italiana nel nuovo scenario dell’assistenza sanitaria pubblica». Infine, per Federfarma Lazio è «urgente ridefinire nuovi livelli di remunerazione, in modo da salvaguardare le farmacie che vedono sempre più ridotta la propria marginalità». Il sindacato regionale, quindi, «esorta il consiglio di presidenza ad attivare rapidamente tutti i passaggi necessari a completare l’iter della riforma, senza la quale è destinata a proseguire questa fase di declino».