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Remunerazione, dalla Svizzera nuovi inviti a ragionare con cautela

23 Luglio 2019

A poco più di una settimana all’incontro tra ministero della Salute e sigle della filiera sulla riforma della remunerazione, arrivano dalla vicina Svizzera nuovi inviti a valutare con estrema cautela le proposte che mirano a sostituire il margine con un sistema misto basato sull’onorario professionale. Nella Confederazione elvetica questo modello di remunerazione è in vigore dal 2001 ma negli anni non ha impedito ad assicurazioni sanitarie e governo di “grattare” la redditività delle farmacie con tagli e ritocchi ai tariffari. L’ultimo esempio è soltanto dei giorni scorsi: le due convenzioni che disciplinano la remunerazione delle prestazioni professionali erogate dalle farmacie svizzere (Rbp IV/1) sono scadute il 30 giugno e il Consiglio federale ne ha approvato la proroga fino al 31 dicembre 2021, come richiesto dalle organizzazioni firmatarie (PharmaSuisse, il sindacato svizzero dei titolari, le assicurazioni e altre sigle di categoria).

Le farmacie avrebbero voluto che le due convenzioni venissero rinnovate senza variazioni, il Consiglio federale – ossia l’esecutivo della Confederazione – ha invece ritoccato la struttura tariffaria eliminando dalle voci retribuite il controllo periodico del paziente in multiterapia. Per questa prestazione l’accordo tariffario prevedeva non più di due controlli all’anno per paziente politrattato, cioè in cura con almeno quattro diversi farmaci sistemici per non meno di tre mesi; in cambio la convenzione prometteva un onorario professionale di 47,25 franchi svizzeri ad assistito, equivalenti più o meno a 43 euro.

Dal primo luglio, in sostanza, la prestazione non viene più pagata e per le farmacie elvetiche non è una bella notizia: il taglio al tariffario (giustificato ufficialmente per l’assenza di evidenze comprovate sul reale impatto di tale pratica) segue infatti di qualche settimane una manovra sui prezzi dei farmaci che costerà un miliardo di franchi a farmacie e medici di famiglia (autorizzati a dispensare in diversi Cantoni della Confederazione). E intanto, ricordano a PharmaSuisse, un quinto delle farmacie svizzere si trova in «una situazione economica difficile» e ha bisogno di aiuto. Nonostante un sistema misto che, qui in Italia, qualcuno pensa possa invertire la redditività delle farmacie.