Si fa ancora più in salita il percorso che dovrebbe portare alla riforma della remunerazione per i farmaci rimborsati dal Ssn. La causa principale è la distanza che continua a dividere le parti sui numeri del nuovo modello: in particolare, è ormai evidente l’irraggiungibilità dell’obiettivo economico su cui poggiava la proposta messa a punto dal sindacato titolari; nonostante le reiterate assicurazioni fornite nei mesi passati dagli interlocutori della maggioranza di governo cui Federfarma si era affidata, il “tesoretto” da 300 milioni di euro che (con la riforma della remunerazione) avrebbe dovuto rifinanziare la spesa farmaceutica convenzionata si è ridotto a meno di 200 milioni. Una somma, per di più, che le Regioni vorrebbero destinare in massima parte alle farmacie rurali, attraverso incrementi delle indennità e delle agevolazioni previste dal modello di Federfarma. Incrementi che penalizzerebbero pesantemente le farmacie urbane delle Regioni più grandi. DI certo, la riforma non arriverà con la Finanziaria e qualsiasi previsione sui tempi è oggi impossibile.
Stesse nubi minacciose anche sul rinnovo della convenzione: nei prossimi giorni farmacie pubbliche e private dovrebbero tornare in Sisac per fare la conoscenza del nuovo coordinatore (che sarebbe già stato designato anche se manca l’ufficializzazione) con le Regioni che potrebbero rimangiarsi alcune delle aperture concesse dalla Sisac negli incontri precedenti. Se ne saprà di più a breve.