C’è anche l’intervento sulla remunerazione delle farmacie tra i provvedimenti della Legge di bilancio per il 2023 che il Governo ha approvato lunedì. Ma i contenuti non sono quelli per cui aveva lavorato Federfarma, che qualche mese fa era riuscita a far mettere nel Documento di economia e finanza del Mef l’impegno del Governo a lavorare per «un nuovo modello di remunerazione» sul farmaco rimborsato.
Invece, nella bozza diffusa ieri pomeriggio da Corriere della Sera e altri quotidiani, c’è all’articolo 85 la semplice riproposizione della «remunerazione aggiuntiva» di cui le farmacie hanno già beneficiato quest’anno, e con la stessa dotazione economica (150 milioni, quando la speranza era di averne 200). Di fatto, sembra trattarsi di una sorta di stabilizzazione del sistema introdotto nel 2021 in via sperimentale: «Sulla base degli esiti della sperimentazione prevista dall’articolo 20, commi 4, 5 e 6, del decreto-legge 41/2021» recita non a caso il testo «è riconosciuta a decorrere dal 1° marzo 2023 una remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale», allo scopo di . I fondi (ossia i 150 milioni all’anno di cui s’è detto) saranno attinti dalle «risorse di cui all’articolo 1, commi 34 e 34-bis, della legge 662/96», ossia le quote del Fondo sanitario nazionale destinate agli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale.
La remunerazione aggiuntiva, inoltre, dovrà passare previamente da un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, ma prima ancora bisognerà vedere se la bozza disvelata ieri sarà poi quella che approderà alle Camere e quali eventuali modifiche apporteranno Camera e Senato. Non a caso, ieri il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha evitato ogni commento: «Le valutazioni» ha detto a FPress «le farò soltanto quando la Manovra sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale».
Sarà anche opportuno tirare per tempo un bilancio della remunerazione aggiuntiva sperimentata quest’anno: in alcune regioni (come la Sicilia) i pagamenti alle farmacie continuano ad arrivare a singhiozzo, altrove (come in Liguria) si è concordato di interromperli da novembre o a dicembre perché i fondi assegnati per la remunerazione sono quasi finiti.