La nuova remunerazione, al via dal prossimo marzo come detta l’ultima Legge di Bilancio, manderà in pensione la remunerazione aggiuntiva che le farmacie percepiscono dal 2021 (50 milioni quell’anno, 150 nel 2022 e 2023). Alle Regioni, tuttavia, non è chiaro se le prime due mensilità del 2024, cioè gennaio e febbraio, vadano ancora corrisposte con le integrazioni economiche della remunerazione aggiuntiva. Inviterebbe a tale ipotesi – dicono i governatori – il testo della disposizione impartita dalla Manovra, ma in tal caso occorrerebbe un decreto ministeriale che stanziasse i fondi necessari per il solo bimestre.
Sulla questione le Regioni attendono chiarimenti dal Ministero e intanto si organizzano con le farmacie. Tra le prime a farlo, con la consueta tempestività, la Lombardia, che in una nota dell’altro ieri ha autorizzato gli esercizi convenzionati a procedere alle richieste per gennaio e febbraio con le vecchie modalità della remunerazione aggiuntiva. «Qualora dovesse pervenire da parte dei Ministeri un parere opposto» avverte la circolare regionale «le farmacie procederanno alla restituzione delle somme» corrisposte in eccesso.
«Ringraziamo la Regione che per non scaricare sulle farmacie il peso delle lungaggini burocratiche ha deciso di anticipare i fondi per la remunerazione aggiuntiva n attesa che arrivino gli attesi chiarimenti» commenta la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «chiederemo alla Federazione nazionale di intervenire nei confronti del Governo perché questi chiarimenti giungano tempestivamente».