Sulla riforma della remunerazione di farmacie e grossisti per i farmaci dispensati in regime convenzionato i distributori di Adf stanno lavorando a una propria proposta. Questa, almeno, è la posizione ufficializzata dall’associazione di categoria nel corso della sua assemblea nazionale, organizzata ieri a Roma: «La remunerazione del servizio pubblico di distribuzione dei medicinali» si legge nel comunicato diffuso da Adf nel pomeriggio di ieri «risulta largamente inferiore ai costi sostenuti dalla aziende, per cui l’Associazione sta elaborando una proposta e avvierà un confronto con gli altri attori della filiera». A fine mese, dunque, il ministero della Salute potrebbe vedersi arrivare due progetti di riforma, una riguardante le farmacie (sostenuta da Federfarma e Assofarm) e un’altra appoggiata dai distributori.
Remunerazione a parte, i lavori dell’assemblea di Adf hanno toccato molti altri temi caldi. Nella sua relazione di apertura, in particolare, il presidente dell’Associazione, Alessandro Morra, ha ricordato il tema della carenza dei farmaci – sottolineando «la dimensione internazionale del fenomeno e l’esistenza di interruzioni in fase produttiva, specie quando è delocalizzata in Paesi asiatici» – e ha fatto il punto sugli effetti della Legge per la concorrenza a due anni dall’entrata in vigore.
Sempre in apertura, è stato anche letto il messaggio inviato dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, in cui si riconosce «il ruolo nevralgico della categoria, indispensabile in entrambe le modalità di distribuzione dei farmaci: sia nella modalità ordinaria in cui li acquistate voi, con notevole impegno finanziario, sia quando, in casi particolari, ad acquistare determinate categorie di farmaci siano direttamente le Regioni e le Asl, che debbono poi avvalersi del vostro supporto organizzativo e logistico per farli pervenire tempestivamente alle farmacie per la dpc».
Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Università Sapienza di Roma, infine, ha presentato un’analisi dei bilanci delle aziende della distribuzione che ne certifica «lo stato di difficoltà»