Permangono forti distanze tra Federfarma e sindacati confederali al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei dipendenti di farmacia privata. È quanto fa sapere la UilTucs in una nota che fa il punto sulla negoziazione dopo l’incontro dell’altro ieri (13 marzo) dove si è tornato a parlare di inquadramenti e salario.
Per quanto concerne il primo tema, i sindacati confederali puntano al riconoscimento e alla valorizzazione dei collaboratori di farmacia «anche alla luce dei cambiamenti e dell’evoluzione che ha caratterizzato il settore delle farmacie e delle novità introdotte dalle normative vigenti». Riguardo al trattamento economico, invece, «la richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali è quella di un incremento retributivo che garantisca il recupero del potere d’acquisto perduto negli anni di vigenza del precedente Ccnl a causa dell’impennata del tasso di inflazione, prendendo a riferimento l’indice Ipca e tenendo conto dell’altissima professionalità presente nel settore».
Decisamente distanti, come riferisce UilTucs, le proposte dei titolari. «In particolare, Federfarma continua a ribadire che i farmacisti devono svolgere tutte le attività sanitarie senza distinzione alcuna, puntando dunque sull’obbligo dello svolgimento delle mansioni a carattere sanitario afferenti alla farmacia dei servizi, mentre da parte sindacale si sostiene il principio della volontarietà e del riconoscimento – sia in termini di inquadramento sia di retribuzione – delle mansioni che si aggiungono a quelle tradizionali del farmacista». In tal modo, prosegue la nota, «si valorizzano le possibilità di crescita professionale e si rende concretamente esigibile il livello Q2».
Per quanto concerne la parte economica, la primissima proposta formalizzata da Federfarma prevede un aumento di 120 euro, che i sindacati dei dipendenti hanno giudicato «irricevibile», in quanto «non consente alcun margine di mediazione». Per il sindacato titolari, spiega UilTucs, la necessità è quella di definire un incremento salariale sostenibile per le farmacie, una linea che però le sigle confederali ritengono «mortificante: le lavoratrici e i lavoratori del settore hanno ricevuto in ben 12 anni 80 euro di aumento e ancora oggi pagano il prezzo di un passato nel quale non sono stati considerati per l’importante ruolo professionale e sociale svolto e da tutti coloro che operano nelle farmacie».
Se le distanze registrate non si ridurranno, hanno quindi avvertito le rappresentanze dei dipendenti, non sarà possibile «una prosecuzione efficace del confronto finalizzato alla sottoscrizione in tempi brevi del Ccnl scaduto». Prossimi incontri il 2 e il 15 aprile. «Valuteremo passo dopo passo» conclude UilTucs «le eventuali iniziative che potrebbero rendersi opportune».