Copione rispettato all’incontro dell’altro ieri tra la Sisac (la struttura negoziale delle Regioni) e i sindacati delle farmacie private (Federfarma e Assofarm) sul rinnovo della convenzione con il Ssn, ferma da 25 anni al dpr 371/98: c’è l’intesa sulla bozza che la parte pubblica aveva presentato a metà novembre e discusso con i sindacati nelle due riunioni del 20 novembre e del 3 dicembre, dalle quali il testo esce con modifiche soltanto marginali.
Ora la palla passa a Federfarma e Assofarm, che dovranno presentarsi davanti alle proprie rappresentanze per illustrare la bozza e ricevere il mandato a firmare formalmente l’accordo. Nel caso del sindacato titolari, la doppia seduta dei delegati nazionali e di quelli del Sunifar è in calendario per il 18 dicembre, cioè tra un paio di settimane, ed è anche per questo che diverse rappresentanze regionali di Federfarma sono in fremente attesa della bozza (che il nazionale ancora non ha inviato, almeno nel momento in cui scriviamo) per poterla studiare con la dovuta attenzione.
Del resto, di novità importanti il testo ne reca parecchie. Basti pensare, giusto per citare una delle principali, all’articolo 2 che tratta dei livelli di negoziazione. Rispetto al dpr del ’98, che aveva per sfondo un Ssn “pre-federalista”, le disposizioni di oggi delineano un quadro che ovviamente deve rispettare la devolution sanitaria.
La bozza licenziata dalle parti demanda al livello nazionale la contrattazione di materie quali l’assistenza farmaceutica sul territorio e l’erogazione di servizi (assistenza domiciliare integrata, prestazioni di primo e di secondo livello, prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo, prenotazioni, pagamenti ticket e ritiro referti, monitoraggio delle terapie e del corretto uso dei farmaci, livelli minimi di personale in funzione del fatturato Ssn).
Nell’ambito degli accordi integrativi regionali, invece, le parti negozieranno eventuali modalità diverse (dal nazionale) per la presentazione delle ricette, i tempi di pagamento dei corrispettivi, l’erogazione delle prestazioni finalizzate al miglioramento dell’assistenza e relative condizioni economiche; è inoltre demandata al livello regionale la definizione delle caratteristiche strutturali e organizzative, le dotazioni tecnologiche minime e le modalità di partecipazione delle farmacie all’erogazione dei servizi di secondo livello nonché alle campagne di prevenzione.
Dopo il voto delle rappresentanze di Federfarma e Assofarm la bozza tornerà in Sisac per la firma ufficiale con i sindacati (già calendarizzato l’incontro, per il 20). Quindi, se queste tappe si concluderanno positivamente, l’imprimatur della Conferenza Stato-Regioni e della Corte dei conti e infine la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.