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Rinnovo della convenzione, si riapre domani la trattativa in Sisac

4 Settembre 2024

Si riapre la trattativa tra farmacie e regioni per il rinnovo della Convenzione con il Ssn. Appuntamento domani alle 10 nella sede della Sisac, in via Barberini a Roma, come recita la convocazione ricevuta il 9 agosto da Federfarma e Assofarm. Nell’incontro, spiega la comunicazione, verrà presentato ai due sindacati il documento integrativo dell’Atto di indirizzo approvato l’8 agosto dal Comitato di Settore Regioni-Sanità, ossia la piattaforma che elenca le proposte di parte pubblica riguardo al nuovo contratto.

La convocazione – sulla quale non c’erano state avvisaglie prima delle vacanze – toglie le ragnatele a un confronto che non progredisce da tre anni. L’ultimo incontro, infatti, risale alla primavera 2021, quando le parti si erano lasciate prendendo atto dell’inconciliabilità delle rispettive proposte e, quindi, della necessità che le Regioni procedessero a un riesame della loro piattaforma contrattuale.

La richiesta dei sindacati, reiterata più volte in questi tre anni, era che il Comitato di settore riscrivesse integralmente l’Atto d’indirizzo recependo le istanze delle farmacie, a quanto risulta dalla lettera di convocazione della Sisac invece le Regioni hanno proceduto soltanto a un’integrazione, quanto aperta alle richieste della controparte si vedrà domani.

Di certo, c’è il fatto che tre anni fa le distanze erano cospicue. Riguardo alla dpc, per esempio, la richiesta delle farmacie era che i provvedimenti regionali facessero riferimento a un elenco nazionale ricomprendente il solo Pht; in parte il tema è stato superato dalle disposizioni della Finanziaria sulla distribuzione diretta, ma le resistenze di alcune Regioni e il ricorso al tar della Toscana contro quelle stesse norme fanno capire che la questione è tutt’altro che chiusa.

Altro tema dove la distanza tra Regioni e sindacati rimaneva cospicua è quello delle indennità di residenza per le farmacie rurali: la Sisac non aveva sollevato obiezioni sul sistema di punteggi (parametrato su una griglia di indicatori di disagio) che aveva messo sul tavolo Federfarma, tuttavia la richiesta della parte pubblica era di limitare i contributi alle sole rurali con meno di 600mila euro di fatturato iva annuo, cosa che quindi priverebbe dell’indennità una parte delle attuali rurali.

Infine, la farmacia dei servizi: per la remunerazione delle prestazioni la Sisac proponeva di fare riferimento ai valori massimi del nomenclatore della specialistica ambulatoriale, con eventuali integrazioni provenienti dagli accordi integrativi regionali e condizioni specifiche per le farmacie rurali sussidiate. Federfarma e Assofarm, invece, chiedevano che nella remunerazione fossero considerati alcuni indicatori come il tempo di esecuzione delle prestazioni e il costo del personale impiegato. Domani si capirà l’aria che tira.