Le imprese del farmaco investono ogni anno oltre 700 milioni di euro in studi clinici, una cifra che rappresenta il contributo più consistente alla ricerca italiana. Lo ha ricordato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, in una dichiarazione diffusa ieri in concomitanza con l’International Clinical Trials Day. «Le sperimentazioni cliniche» ricorda «sono fondamentali per rendere disponibili terapie innovative per i pazienti e per offrire possibilità di crescita professionale a medici e ricercatori. Un ruolo centrale anche per la sostenibilità del sistema, perché le aziende farmaceutiche si fanno carico di tutte le spese connesse agli studi come ospedalizzazione, farmaci ed esami diagnostici. E assicurano così al Servizio sanitario nazionale importanti risorse e minori costi. Ogni euro investito in Italia dalle imprese, secondo un’indagine dell’Altems, genera un beneficio complessivo per il Ssn pari a 2,77 euro».
Grazie alle sue eccellenze ma anche alla sinergia con istituzioni, università e centri di ricerca, l’Italia occupa una posizione di primo piano nella R&S clinica, con l’opportunità di diventare sempre più competitiva e attrarre una parte degli oltre 1.200 miliardi di euro che saranno investiti in R&S tra il 2021 e il 2026. «Questa opportunità» avverte Scacabarozzi «può essere pienamente sfruttata solo con un contesto attrattivo per gli investimenti e con l’emanazione dei decreti che renderanno pienamente attuato il Regolamento europeo sulla sperimentazione clinica, che migliora e snellisce le procedure necessarie a sviluppare nuovi medicinali. Il rischio è quello di rimanere indietro rispetto ad altri Paesi, a scapito principalmente dei pazienti, degli investimenti e dell’intero Servizio sanitario nazionale».