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Schillaci difende il nuovo nomenclatore tariffario: più risorse e tariffe adeguate

30 Gennaio 2025

Il nuovo Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, introdotto con decreto ministeriale del 25 novembre scorso, comporta un incremento di circa 550 milioni di euro del budget e garantisce tariffe complessivamente più remunerative. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo ieri a un’interrogazione parlamentare di Italia Viva che chiedeva chiarimenti sulla congruità delle nuove tariffe.

Si tratta di un tema che con il rinnovo della Convenzione tra farmacie e Ssn entra di prepotenza tra gli interessi dei farmacisti titolari: il nuovo accordo contrattuale, infatti, specifica che le prestazioni della farmacia dei servizi e in particolare quelle di telemedicina saranno remunerate in base al tariffario del Nomenclatore, anche se l’ultima Legge di Bilancio ha esteso al 2025 la sperimentazione che garantisce alle farmacie risorse supplettive per alcune prestazioni.

Che cosa dice dunque il ministro Schillaci? Rispetto al tariffario previsto dal decreto del 23 giugno 2023 (mai entrato in vigore), in sintesi, il finanziamento per le prestazioni di laboratorio è aumentato di oltre 270 milioni di euro, quello per le visite specialistiche di circa 121,9 milioni di euro e quello per le terapie di oltre 56,7 milioni di euro. «Già il tariffario 2023 prevedeva un aumento delle risorse per 402 milioni di euro, ma il decreto del 25 novembre 2024 ha incrementato ulteriormente i fondi, garantendo maggiore sostenibilità economica al sistema sanitario».

Laboratori e strutture private, ha ammesso Schillaci, hanno sollevato dubbi sulla remuneratività delle nuove tariffe. Tuttavia, secondo il Ministro, tali affermazioni sarebbero «apodittiche», in quanto non supportate da dati di costo confrontabili con le tariffe individuate dal decreto. Inoltre, il Ministro ha evidenziato che alcuni esempi citati durante il dibattito parlamentare non sarebbero corretti: «La prestazione Psa Reflex non esisteva in precedenza, quindi non è possibile effettuare un confronto, mentre la prima visita cardiologica con ECG ha oggi una tariffa di 33,6 euro».

Un altro punto sollevato dall’interrogazione riguardava le difficoltà delle regioni in piano di rientro nell’applicazione delle nuove tariffe. Su questo tema, Schillaci ha chiarito che la legge di bilancio 2025 ha regolamentato la questione, consentendo alle regioni di fissare tariffe superiori a quelle stabilite nel decreto. «Il decreto 25 novembre 2024 non limita l’accesso alle cure, ma anzi consente finalmente l’entrata in vigore dei nuovi LEA su tutto il territorio nazionale, un’opportunità a lungo attesa, soprattutto nelle regioni più svantaggiate» ha sottolineato.

Il Ministro ha infine ribadito l’impegno del dicastero nella revisione periodica delle tariffe, coerentemente con la legge di bilancio 2025, che ha stanziato fondi sia per l’aggiornamento dei Lea sia per la ridefinizione delle tariffe massime nazionali. “In tempi brevi avvieremo un nuovo aggiornamento per adeguare il tariffario all’evoluzione dei costi di produzione”, ha concluso Schillaci.