Per quasi un italiano su tre, i tassi di copertura delle principali vaccinazioni raccomandate in Italia possono essere incrementati con la somministrazione nelle farmacie del territorio. Lo rivela la ricerca su “Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo Ssn” firmata da Ipsos e presentata ieri al convegno di Msd Italia “Inventing for Life Health Summit”.
Condotta a dicembre su un campione di mille individui selezionati in un universo di riferimento rappresentato dalla popolazione dai 18 ai 75 anni, l’indagine ha fatto il punto su attese e opinioni degli italiani riguardo all’assistenza sanitaria nel post-covid. Per più di un intervistato su due (55%) salute e sanità sono l’area su cui oggi il governo deve investire. E nell’ambito dei servizi del Ssn, quelli che dovrebebro ricevere la maggiore attenzione sono pronto soccorso ed emergenza (50%), assistenza ospedaliera (35%) e prevenzione (32%, erano possibili più risposte).
Gli italiani poi dimostrano una significativa apertura per l’innovazione: il 78% si dice d’accordo in varia misura a un potenziamento dell’uso della telemedicina, il 79% esprime lo stesso giudizio sulla possibilità che trasformazione digitale e intelligenza artificiale siano d’aiuto all’assistenza sanitaria.
Infine, per migliorare le coperture delle campagne vaccinali – per gli adolescenti (papilloma virus) e per l’adulto (herpes zoster) – gli italiani ritengono necessario migliorare la comunicazione (49%), coinvolgere i mmg e i pediatri (44%), coinvolgere le farmacie del territorio (32%), vaccinare i bambini a scuola (22%), usare strumenti digitali per invitare la popolazione alla vaccinazione (22%) e ampliare i siti vaccinali, cioè renderli più capienti o aprirne in numero maggiore (20%).
«Messa alle spalle l’emergenza» h commentato Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos «cresce la percentuale degli italiani che considera la sanità tema prioritario dell’attività dio governo. Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale sono le parole d’ordine, mentre un ruolo centrale viene riconosciuto alla medicina territoriale, con il medico di medicina generale, e alla farmacia».