«In questo anno di pandemia i farmacisti italiani ci sono stati e sono certo che ci saranno anche nei mesi a venire. Le intese concluse nelle ultime settimane li caricano di ulteriori responsabilità, ma sono stati chiamati per essere tra i protagonisti di questa sfida decisiva, la vaccinazione dell’intero Paese». Lo ha detto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, in collegamento con l’assemblea nazionale di Federfarma, riunita ieri in videoconferenza per approvare i bilanci della Federazione (consuntivo 2020 e preventivo 2021) ed esaminare le disposizioni del decreto Sostegni d’interesse per le farmacie.
«Il Ssn del futuro» ha detto ancora Speranza «deve avere la prossimità come parola chiave: occorre un sistema che non obbliga i cittadini ad andare a cercare le prestazioni, ma va lui dai cittadini per erogarle, nelle comunità, nelle periferie o nei paesi delle aree interne».
In questo progetto per un’assistenza del territorio imperniata su telemedicina, prestazioni a distanza e cure di prossimità, ha detto ancora il Ministro, occupano un ruolo importante le farmacie rurali, che esprimono «un pezzo rilevante della nostra capacità di stare sul territorio». Il riferimento è al capitolo del Recovery Plan dedicato alla sanità, dove l’intenzione del governo è quella di «pianificare una nuova idea di Ssn per i prossimi anni». La decisione del governo di aprire alla vaccinazione in farmacia, ha ricordato Speranza, rientra in questa progettualità, perché «l’esperienza che si trae da questi 12 mesi è un invito a riformare il Ssn, centralizzare la sanità pubblica e investire per rafforzarla».
In questo piano, ha continuato il Ministro, la farmacia si qualifica «come luogo di prossimità che vada oltre la semplice somministrazione e vendita del farmaco, che rimangono funzioni irrinunciabili e da tutelare. Dobbiamo immaginare, però, anche qualcos’altro: le funzioni sfidanti e coraggiose che siete chiamati a svolgere rientrano in questo disegno».