Dovranno avere il requisito della “misurabilità”, per consentirne la valutazione sotto il profilo dell’impatto economico e dei risparmi conseguibili, i servizi in farmacia che verranno messi sotto la lente nell’ambito della sperimentazione triennale in nove Regioni prevista a suo tempo dalla Legge di Bilancio per il 2018. E’ l’indicazione proveniente dalla prima seduta del Tavolo istituito dal ministero della Salute per definire le linee guida dell’operazione: ospitata giovedì scorso al dicastero, la riunione ha visto la presenza non soltanto delle sigle che rappresentano la farmacia (Federfarma, Fofi e Assofarm) e delle istituzioni (lo stesso Ministero, Agenas, due Regioni del terzetto che sperimenterà nel primo anno, Lazio e Puglia, e l’Istituto superiore di Sanità) ma anche delle professioni con cui la farmacia dei servizi dovrà collaborare: i medici (rappresentati da Fnomceo, Fimmg e Simg), gli infermieri (Fnopi) e i farmacisti del Ssn (Sifo).
La riunione, così, è servita innanzitutto a un confronto collegiale sul significato da dare alla locuzione “farmacia dei servizi”, che ogni partecipante ha declinato dalla sua prospettiva: si è così parlato della necessità di assicurare l’integrazione nel modello di tutte le figure professionali in qualche modo coinvolte, di aderenza alla terapia, di dossier farmaceutico e di fascicolo sanitario elettronico, di presa in carico, prevenzione e screening. Tutti concetti che ora il Tavolo, suddiviso per gruppi di lavoro, cercherà di tradurre in linee progettuali, con l’obiettivo di produrre nel giro di quattro mesi un documento-quadro con i servizi che le Regioni potranno poi sperimentare ciascuna a casa propria. Servizi, come detto, che dovranno avere il requisito della “misurabilità”, perché l’obiettivo di tutta l’operazione rimane quello di verificare sul campo se la farmacia può effettivamente generare risparmi a beneficio del Ssn. Prossimo incontro già a breve, prima di Pasqua.