Se la Conferenza Stato-Regioni ha rinviato la bozza di decreto che seleziona le nove regioni in cui si sperimenterà la remunerazione della farmacia dei servizi, è per cercare di far entrare la Toscana nel terzetto che dovrà partire già da quest’anno. Sarebbe effettivamente questo, secondo varie fonti, il retroscena della seduta dei governatori che giovedì scorso ha imposto l’alt al provvedimento del ministero della Salute: lo schema di decreto designava per il 2018 Piemonte, Lazio e Puglia, ma tra i governatori in molti si sarebbero chiesti perché nello scaglione non ci fosse la Toscana. Dove, come noto, è prossimo alla partenza il progetto “Adere” (che sta per aderenza terapeutica), in cui sono coinvolti farmacie, medici di famiglia e infermieri dell’Asl Sud-Est.
A dirla tutta il Ministero non ha messo la Toscana neanche negli scaglioni successi (nel 2019 si aggiungeranno alla sperimentazione nazionale Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia, nel 2020 Veneto, Umbria e Campania), cosa che esclude il Progetto Adere dai finanziamenti concessi alla sperimentazione (6 milioni all’anno per terzetto, 36 in tutto). Di qui l’intenzione dei governatori di vederci meglio, con ogni probabilità nella prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni, in programma tra una decina di giorni).
Dato l’avanzamento del cantiere all’Asl Sud-Est, chi tifa Toscana vorrebbe che fosse inserita già nel primo scaglione, in modo da permettere al progetto di beneficiare fin da subito dei fondi stanziati. Se fosse, a slittare dovrebbe essere quasi certamente il Lazio, dato che per legge ogni terzetto deve comprendere una Regione del Nord, una del Centro e una del Sud. Si vedrà, intanto Federfarma, Fofi, Assofarm e gli altri soggetti coinvolti starebbero aggiornando la scaletta del progetto toscano in modo da disporre già al termine del primo anno di dati inoppugnabili sul contributo delle farmacie all’aderenza terapeutica. E anche questo, probabilmente, è un segnale che i giochi sono riaperti.
