La spesa farmaceutica convenzionata chiude il primo quadrimestre del 2021 a 2,5 miliardi di euro, in calo di oltre 171 milioni sullo stesso periodo dell’anno scorso. La spesa per acquisti diretti (ossia ospedaliera più dd-dpc) tocca invece i 3,7 miliardi di euro, anch’essa in calo sul 2020 (poco meno di 200 milioni) ma sempre in eccesso rispetto al proprio tetto. E’ la fotografia scattata dall’Aifa nel report che analizza numeri e tendenze della spesa farmaceutica pubblica nei primi quattro mesi del 2021.
La convenzionata, come detto, supera i 2,5 miliardi e continua a calare come negli anni precedenti, ma stavolta c’è l’incognita del nuovo tetto di spesa, che la Legge di Bilancio ha tagliato dal 7,96 al 7% del Fondo sanitario nazionale. E’ come se avessero abbassato gli argini del fiume, e ora tutti gli sguardi sono fissi sul livello delle acque per capire fino a che punto saliranno.
Alla fine del primo quadrimestre, dice l’Aifa, la spesa farmaceutica convenzionata vale il 6,61%, quindi sta sotto al tetto del 7% di appena quattro decimi di punto. Il raffronto però è con il Fondo sanitario dell’anno scorso, perché quello per il 2021 deve ancora essere confermato. La Nota di aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza che prepara la Legge di bilancio) dice che quest’anno il Fondo avrà quattro miliardi in più, dunque il budget per la farmaceutica dovrebbe essere un po’ più alto. Però è anche vero che il report dell’Aifa riferisce di una spesa convenzionata che da aprile ha cominciato a crescere.
Ci sono due segnali, in particolare, che invitano a tenere alta l’attenzione: il primo riguarda le ricette dei medici, che dopo essere calate per tre mesi consecutivi (gennaio -12,5%; febbraio -7,7%; marzo -0,2%) ad aprile hanno avuto una forte impennata (+11,1%). Il secondo segnale, invece, arriva dalla stagione influenzale: il consistente calo di ricette e consumi di farmaci rimborsati che ha caratterizzato il primo trimestre di quest’anno si deve – come noto – alla mancata morbilità influenzale di quest’inverno; gli esperti però concordano nel prevedere che questa stagione sarà nettamente più “contagiosa”, quindi la spesa farmaceutica pubblica dovrebbe sopravanzare nettamente quella dell’anno passato. Non resta che osservare i nuovi argini e vedere se terranno.
Di certo hanno già smesso di tenere gli argini della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti, nonostante il tetto valga quest’anno il 7,65% (e non più il 6,69%) perché si è preso quello che è stato tolto alla convenzionata. Nei primi quattro mesi, come detto, le uscite per farmaci di Asl e ospedali ammontano a 3,7 miliardi di euro, ossia 708 milioni sopra al proprio tetto (sempre con l’avvertenza che il raffronto è con il Fondo sanitario 2020). Le acque, in sostanza, hanno già esondato.