Federfarma è pronta a proporre al governo che verrà il superamento delle parafarmacie e il riassorbimento dei loro farmacisti, ma soltanto a patto che ciò non comporti l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche. E’ uno dei punti della piattaforma scaturita dagli Stati generali della farmacia, la convention organizzata ieri a Roma da Federfarma per presentare alla politica le istanze della categoria in vista delle elezioni del 4 marzo. Al centro del programma, come ha spiegato il presidente nazionale della Federazione, Marco Cossolo, c’è l’obiettivo di «coniugare le diversità regionali con l’uniformità dell’assistenza: la farmacia deve tornare al centro della distribuzione del farmaco».
Perché questo si realizzi, è la richiesta del sindacato titolari, vanno superate tutte le difformità che creano sperequazioni tra le farmacie: occorre che il Pht sia lo stesso in tutte le regioni e serve una remunerazione con un livello base comune e integrazioni variabili da regione a regione in base alle attività richieste. Il principio, ha riassunto Cossolo, è quello di replicare su tutte le tematiche la logica del parere con cui di recente il ministero della Salute era intervenuto sul computo del fatturato Ssn, che segue regole diverse da regione a regione. «Va superato il federalismo delle 21 repubbliche sanitarie» ha detto Cossolo «le farmacie vogliono lavorare per un solo Servizio sanitario nazionale».
In cambio, come detto, il sindacato è pronto a mettere sul piatto il riassorbimento delle parafarmacie e dei loro farmacisti, «illusi dalla liberalizzazione del 2006». A patto però, ha avvertito Cossolo, che si sancisca per legge l’incompatibilità tra titolarità della farmacia e partecipazione in società di parafarmacie. E non si aumenti il numero delle sedi già a concorso. In altri termini, i farmacisti di parafarmacia dovrebbero andare a pescare tra le farmacie ancora non assegnate.
Chiudono la piattaforma le proposte interne alla categoria: riforma dell’Enpaf per rivedere i carichi contributivi gravanti sui titolari «che «oggi ricevono molto meno di quanto danno» ha detto Cossolo); nuovo contratto di lavoro nazionale dei dipendenti di farmacia che incentivi produttività, flessibilità e formazione; nuova convenzione che introduca l’onorario professionale, valorizzi la farmacia dei servizi (da finanziare con l’incameramento dello 0,15%, che oggi incamera l’Enpaf, ha detto Cossolo) e renda la dpc omogenea a livello nazionale.