Saranno i giudici a pronunciarsi sulla regolarità del voto con cui, il 13-14 dicembre scorso, l’assemblea nazionale di Federfarma ha approvato le modifiche allo Statuto che aprono il sindacato alle società di capitale. Con una citazione presentata davanti al Tribunale di Roma, i presidenti di Federfarma Catanzaro (Vincenzo Defilippo), Federfarma Cosenza (Alfonso Misasi), Federfarma Calabria (ancora De Filippo), Federfarma Reggio Emilia (Dante Baldini) e Federfarma L’Aquila (Alfredo Orlandi) hanno contestato la legittimità formale di quell’assemblea e dei suoi lavori. Tre, in particolare, i rilievi mossi dalle cinque rappresentanze: primo, le modifiche statutarie sono state approvate in seduta ordinaria quando, per lo stesso Statuto, avrebbero dovuto essere votate in seduta straordinaria; secondo, l’assemblea non poteva esprimersi sugli emendamenti proposti dal consiglio di presidenza quando, al punto successivo dell’ordine del giorno, c’era la costituzione di una commissione che avrebbe dovuto approntare un progetto organico di riscrittura dello Statuto, in cui a quel punto sarebbe stato opportuno inserire le proposte della presidenza anziché metterle subito al voto; terzo, l’approvazione delle modifiche avrebbe dovuto essere sottoposta all’assemblea non per alzata di mano ma con appello nominale.
«Furono diverse le contestazioni formali sollevate in quei due giorni» commenta a Fpress Alfredo Orlandi (foto) «non si riesce a capire perché ci fosse fretta di far passare le modifiche per l’ingresso nel sindacato delle società di capitale, quando il tema avrebbe potuto essere tranquillamente sviscerato nella commissione per la riforma dello statuto che di lì a poche ore avremmo costituito. Idee poche e confuse, verrebbe da dire». Federfarma, dal canto suo, affida la propria replica alla circolare con cui ieri ha dato notizia della citazione: «Siamo profondamente convinti sia della correttezza delle operazioni assembleari compiute sia della congruità dei relativi deliberati, peraltro adottati in presenza e con l’assistenza di un notaio, che provvederemo, pertanto, a tutelare nei modi più opportuni».