Dalla stampa locale continuano ad arrivare resoconti di dettaglio delle irregolarità riscontrate dai Nas in un mese circa di controlli nelle farmacie del territorio che effettuano tamponi. Ne viene fuori una casistica che merita di essere riferita, perché diventa una sorta di “checklist” utile ai farmacisti titolari per verificare se nella loro farmacia il servizio rispetta tutte le regole del caso. Dalla provincia di Parma, per esempio, arrivano i casi di due farmacie, segnalate o sanzionate dai carabinieri perché diverse schede per il consenso informato erano state compilate in modo parziale, mancava l’indicazione del luogo dove è stato effettuato il test o ancora i pazienti non erano stati identificati in modo corretto. Un’altra farmacia, invece, è stata sanzionata perché il personale che effettuava i test non indossava camice monouso e protezione oculare, non sostituiva i guanti in lattice monouso tra un tampone e l’altro e non assicurava la sanificazione dell’ambiente.
Rappresenta un caso di valenza didattica anche quanto capitato a una farmacia del parmense dove, a un primo controllo dei Nas, erano risultate inadempienti all’obbligo vaccinale la titolare e le due figlie. In realtà le tre farmaciste erano in regola, ma non hanno mai risposto alle sollecitazioni inviate per pec dall’ordine ed erano state dunque sospese. Il tempo di mandare la documentazione e al controllo successivo, una settimana dopo, tutto era tornato in regola. Tranne la pubblicità negativa generata da qualche articolo della stampa locale.