Il primo aprile scade il “protocollo Figliuolo” che dallo scorso autunno garantiva i test rapidi al prezzo calmierato di 15 euro – otto per i ragazzi dai 12 ai 18 anni – ma gli assistiti non hanno da temere, perché nelle farmacie lombarde che offrono il servizio non scatterà una corsa forsennata agli aumenti. Ne è certa la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, intervistata ieri dal quotidiano milanese il Giorno.
Sono quasi 1.800, spiega Racca, le farmacie che nella regione effettuano gli antigenici, circa il 60% del totale, e se ospedali e laboratori privati non sono poi stati così ligi alle indicazioni del protocollo, le farmacie invece hanno applicato le tariffe calmierate con estremo rigore.
«Se entro domani non arriveranno indicazioni diverse» chiarisce Racca «non ci sarà più il prezzo calmierato sui tamponi. Come Federfarma non possiamo dare agli associati indicazioni sui prezzi da praticare, ce lo vieta la normativa antitrust. Ma sono convinta che i farmacisti continueranno ad aiutare i cittadini con prezzi che sono stati sempre i migliori rispetto ad altri erogatori e quindi manterranno la loro convenienza».
Intanto ieri la Regione ha aggiornato con una doppia delibera le nuove quote di rimborso per i test erogati dalle strutture pubbliche e private accreditate (quindi non le farmacie): scende da 45 a 35 euro il rimborso per un molecolare, da 15 a 10 euro per un antigenico a lettura manuale, da 20 a 18 euro per un antigenico a lettura facilitata.