La nuova ondata di Omicron che da qualche settimana sta investendo l’Italia ha ormai riportato i consumi in farmacia di test covid ai livelli di febbraio. Lo dicono i dati di Iqvia relativi all’ultima settimana di giugno: nei sette giorni che vanno dal 27 al 3 luglio, le vendite di sierologici e antigenici (autotest e professionali) hanno totalizzato a valori poco meno di 14 milioni di euro, un picco che non si osservava dalla sesta settimana dell’anno. In sei mesi, dice ancora Iqvia, il segmento dei test covid ha generato nel canale farmacia un giro d’affari di circa 330 milioni.
Conferma il quadro la stampa regionale, dove abbondano gli articoli che tornano a riferire di code davanti alle farmacie: in Trentino, scrive il quotidiano Dolomiti, molte farmacie avevano approfittato del calo primaverile per ridurre le finestre orarie dedicate ai test, ma ora hanno dovuto fare marcia indietro; l’edizione marchigiana de Il Resto del Carlino parla di un aumento della domanda attorno al 50% e di clienti in fila davanti alle farmacie; il giornale toscano La Nazione riferisce di farmacie prese d’assalto da chi vuole fare un test prima di partire per le vacanze.
«La domanda di tamponi e autotest ha avuto sicuramente un’impennata e le farmacie sono di nuovo sotto pressione» è il parere di Dario Castelli, vicepresidente rurale di Federfarma Milano «non mi pare però che si sia ritornati ai livelli di dicembre, almeno per quello che vedo. È vero piuttosto che è nettamente aumentata la domanda di autotest: ormai il rapporto con i tamponi effettuati in farmacia è di uno a uno».
Anche il monitoraggio congiunto ministero della Salute-Istituto superiore di sanità riorta numero in netta crescita: nella settimana che va dal 4 al 10 luglio farmacie e strutture autorizzate hanno effettuato più di due milioni di antigenici, un totale che non si registrava da aprile. L’incremento sui sette giorni precedenti è del 25% ma il valore che più attira l’attenzione è l’incidenza dei casi positivi sul totale dei tamponi effettuati: poco meno del 30%, il valore più alto dalla riacutizzazione della pandemia. In sostanza, tra coloro che si presenta in farmacia per un antigenico quasi uno su tre è contagiato.