Sarebbero un centinaio in tutto, per un totale di circa 300 referenze, i farmaci che negli ultimi due anni sono stati ciclicamente colpiti da carenze nel circuito distributivo della filiera. E all’origine delle ultime irreperibilità che hanno interessato alcune farmacie del Veneto – e che Federfarma Verona ha denunciato la settimana scorsa – non ci sarebbero le esportazioni parallele di qualche grossista in cerca di facili proventi ma il contingentamento dell’industria farmaceutica. Queste, in sintesi, le due principali evidenze emerse nella seduta di ieri del Tavolo sulle carenze, il gruppo di lavoro costituito dall’Aifa con le sigle della filiera per monitorare flussi e imbottigliamenti della catena distributiva.
Quasi interamente dedicata al caso veneto, la riunione si è frastagliata in una successione di confronti dialettici che hanno riproposto dissintonie del passato. Domenico Di Giorgio, coordinatore del tavolo e dirigente dell’Ufficio qualità prodotti dell’Aifa, ha rimproverato a Federfarma un eccesso di allarmismo che ha generato una comunicazione confusa, nella quale sono stati messi assieme casi inconfrontabili (Veneto con Sardegna, dove invece all’origine delle irreperibilità ci sono lungaggini amministrative) e sono state rivolte all’Aifa accuse di immobilismo («se non c’è fiducia in questo tavolo» ha detto a un certo punto Di Giorgio «tanto vale chiuderlo»). Ha minimizzato gli episodi di carenza denunciati da Federfarma scaligera anche Farmacieunite, secondo la quale il 92-95% delle forniture è perfettamente regolare.
Vigoroso pure il confronto con Adf (Associazione distributori farmaceutici), che si è presentata alla seduta con gli esiti di un sondaggio tra gli associati dalla quale risulterebbe che i farmaci interessati dalle carenze degli ultimi due anni sono un centinaio in tutto. Concorde sulle stime Federfarma Servizi, che si è detta disponibile a garantire alle Regioni massima trasparenza sul sell-out delle sue imprese, per dimostrare che tutto ciò che esce dai grossisti va alle farmacie. Ha confermato il servizio farmaceutico della Regione Veneto, che in teleconferenza ha riportato i risultati di un’indagine condotta dai Nas: nessuno dei grossisti che operano sul territorio regionale ha venduto di recente a distributori diversi dalle farmacie. Un’evidenza che dimostrerebbe come all’origine delle ultime carenze venete ci sarebbe il contingentamento dell’industria anziché il parallel trade.
Ora i numeri portati al Tavolo da Adf verranno trasmessi a tutte le Regioni, perché siano analizzati e confrontati con quelli in possesso dei singoli uffici farmaceutici. «Proseguiamo con il metodo che è sempre stato di questo gruppo di lavoro» commenta Di Giorgio a FPress «ossia quello dell’analisi e della condivisione. L’impressione è che ci troviamo di fronte a problemi “puntiformi” di reperibilità, proseguiremo nelle valutazioni». A breve, ci sarebbe già in programma un incontro bilaterale Aifa-Farmindustria per approfondire la questione contingentati.