Ancora non convincono i numeri della Sifo sugli oneri sociali della distribuzione diretta, ossia le spese cui vanno incontro gli assistiti quando il farmaco va ritirato non nella farmacia sotto casa ma allo sportello dell’Asl o dell’ospedale. E’ l’esito della riunione che ieri a Roma ha chiamato a raccolta le sigle della filiera (Federfarma, Assofarm, Farmacieunite, Adf, Federfarma Servizi) e Cittadinanzattiva, ossia i soggetti con cui i farmacisti ospedalieri stanno lavorando dall’inverno 2016 al tavolo sui costi della diretta. La prossima seduta è in programma per il 23 maggio e proprio in vista di tale appuntamento le organizzazioni di farmacie, distributori e malati si sono incontrate per scambiarsi pareri e valutazioni sull’ultima versione dell’algoritmo della Sifo.
Tale algoritmo, come si ricorderà, è un file excel che attraverso una serie di formule predefinite stima quanto costerebbe distribuire un certo farmaco nei tre canali della diretta, dpc e convenzionata. La prima versione, mostrata a farmacie e distributori a gennaio, era del tutto priva di un’analisi dei costi sociali e venne respinta all’unisono dalla filiera. La seconda versione, quella di febbraio, mostra invece un foglio di lavoro interamente dedicato alla quantificazione degli oneri a carico dei pazienti, con un buon numero di voci: distanza ospedale abitazione, costo dei trasporti, salario medio dell’assistito, tempo di attesa allo sportello eccetera. Ma, come detto, neanche questo aggiornamento ha convinto: mancano le formule, dunque non è possibile mettere alla prova l’algoritmo con qualche simulazione, e per di più qualche delegazione ha fatto notare che non sono state considerate tutte le voci di costo.
Altre, invece, hanno fatto notare che dove le formule funzionano non sempre i risultati che ne scaturiscono sono credibili, come nel caso di quel furgoncino dell’Asl che riesce a stare sotto una particolare fascia di costo viaggiando attorno ai 150-180 km/h. Ma questi sono dettagli, che non sarà difficile aggiustare. Il vero punto di confronto, così, rimane la quantificazione dei costi sociali, perché sono questi i numeri sui quali si gioca la partita della convenienza tra diretta, dpc e convenzionata.
All’incontro del 23, dunque, le sigle della filiera si presenteranno con un consistente elenco di domande, anche se la partita si annuncia complicata: in un’intervista pubblicata martedì da RifDay, il segretario laziale della Sifo Arturo Cavaliere sembra svelare che alla seduta del tavolo prossima ventura la Società dei farmacisti ospedalieri presenterà una terza versione dell’algoritmo. Se fosse, gli altri partecipanti si vedrebbero costretti a chiedere un altro paio di settimane per esaminare il nuovo documento, da cui un ulteriore prolungamento dei lavori che metterebbe a dura prova la pazienza di qualche partecipante. E così, i tre sindacati delle farmacie (Federfarma, Assofarm e Farmacieunite) si sarebbero già messi d’accordo per nominare tre esperti ai quali, dopo l’incontro del 23 maggio, chiedere una valutazione tecnica dell’algoritmo. Una sorta di “second opinion” che aiuterebbe anche a uscire dall’impasse.