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Televisita, nelle linee guida regionali c’è una casella per la farmacia del territorio

28 Luglio 2020

Anche i farmacisti titolari italiani, come già fanno i loro colleghi francesi da un paio di anni, potrebbero presto offrire ai loro pazienti la televisita in farmacia, in collegamento con lo specialista ambulatoriale del Ssn e integrata nel sistema delle prestazioni della sanità pubblica. E’ una delle possibilità contemplate dal documento della Commissione salute delle Regioni che detta le linee guida per visite e consulti a distanza tra curanti e pazienti. Approvato l’altra settimana dagli assessori alla Sanità, il documento avrebbe dovuto essere valutato ieri dalla Conferenza dei presidenti regionali ma è stato posticipato su richiesta dell’Ordine dei medici, che ha chiesto di essere sentito sui contenuti.

Intanto venerdì scorso Quotidiano Sanità ha anticipato la bozza approvata dagli assessori e a leggerla si scopre che tra i soggetti presi in considerazione a vario titolo dal documento ci sono anche le farmacie. Per capire meglio però bisogna partire dall’inizio. Ossia dalle premesse: le linee guida, si legge nella bozza, nascono dalla consapevolezza che la ripresa dell’attività ambulatoriale programmata (cioè le visite e gli esami prenotati e rinviati durante il lockdown) deve fare i conti con i limiti di spazio delle strutture (sale d’attesa, ambulatori eccetera) e con le regole di sicurezza (sanificazione periodica dei locali, distanziamento eccetera).

Per ovviare a tali problemi, prosegue il documento, si rende opportuno ricorrere alla telemedicina, che permette al paziente «la fruizione dei servizi senza dover raggiungere le strutture sanitarie», assicura «l’accessibilità delle cure attraverso lo scambio di informazioni, immagini e documenti tra i professionisti sanitari e i pazienti» e infine garantisce «in alcuni ambiti l’equivalente contenuto assistenziale degli accessi tradizionali».

Il documento degli assessori, in particolare, si sofferma su tre modalità della telemedicina, la televisita (interazione a distanza tra medico e paziente, eventualmente aiutato da un caregiver, che può concludersi con la prescrizione di farmaci o di cure); il teleconsulto (consulenza a distanza tra medici con indicazione di diagnosi e/o di scelta terapeutica, senza la presenza fisica del paziente) e telecooperazione (assistenza fornita da un medico a un altro medico nell’ambito di una visita multidisciplinare o teleconsulto).

Possono essere effettuate in televisita, prosegue la bozza, «le prestazioni ambulatoriali che non richiedono l’esame obiettivo del paziente (tradizionalmente composto da ispezione, palpazione, percussione e auscultazione)» e alla condizione che lo stesso sia «inserito in un percorso di follow up da patologia nota» o in un «pdta (percorso diagnostico.terapeutico assistenziale, ndr) formalizzato dall’Asl o a livello regionale», oppure se «il paziente necessita di monitoraggio, conferma, aggiustamento, o cambiamento della terapia in corso» o ancora ha bisogno di «valutazione anamnestica per la prescrizione di esami diagnostici» o «di spiegazione, da parte del medico, degli esiti di esami diagnostici effettuati, cui può seguire la prescrizione di eventuali approfondimenti o di una terapia».

Per la televisita, inoltre, occorre «l’adesione preventiva del paziente, al fine di confermare la disponibilità per un contatto telematico con lo specialista». Le normative di riferimento (autorizzazione, accreditamento e contrattualizzazione delle televisite) così come remunerazione e tariffazione sono quelle già vigenti «per l’erogazione delle medesime prestazioni in modalità “tradizionale”, incluse le norme per la compartecipazione alla spesa (ticket, ndr)». In aggiunta, «alle attività sanitarie in telemedicina si applicano tutte le norme legislative e deontologiche proprie delle professioni sanitarie, nonché i documenti d’indirizzo di bioetica».

E la farmacia? Entra in gioco nel paragrafo relativo agli «strumenti di supporto per il paziente». Le linee guida, infatti, ricordano che per la televisita l’assistito deve disporre di un collegamento telematico e di una piattaforma di comunicazione remota «secondo le specifiche richieste dal servizio». Se ne è sprovvisto, dovrà essere garantita la possibilità di accedere a strutture territoriali dell’Asl» attrezzate allo scopo, oppure «verranno valutati opportuni accordi che permettano di usufruire di postazioni dedicate messe a disposizione da enti prossimi al domicilio dello stesso o dalle farmacie».

Tradotto in parole semplici, le Asl potranno stipulare con le farmacie convenzioni o contratti perché mettano a disposizione dei pazienti un collegamento audio e video per le visite con lo specialista ambulatoriale dell’azienda sanitaria stessa.

Fantascienza? Proprio no: in Francia i farmacisti titolari offrono già da un paio di anni la televisita in farmacia, grazie a una legge approvata nel settembre 2018; l’avvio non è stato dei più facili e la prestazione ha cominciato a essere rimborsata dalla mutua pubblica soltanto dall’anno scorso, però covid ha fatto letteralmente volare le richieste: a febbraio le farmacie che offrivano il servizio erano il 2% del totale e le visite effettuate a distanza circa 60mila, a marzo le prestazioni erogate sono cresciute di 15 volte. Ed esperienze di televisita in farmacia sono comuni anche in Paesi come la Svezia o il Regno Unito.

Il fatto che le linee guida regionali parlino di accordi lascia sottintendere la possibilità di una remunerazione per la predisposizione del servizio, ma i farmacisti titolari dovranno far bene i loro conti. Il documento, infatti, impone agli erogatori una lunga serie di requisiti da soddisfare, tra i quali la compilazione di un «organigramma funzionale», la designazione di «un direttore/responsabile sanitario», la presenza di «personale con le necessarie qualifiche, conoscenze e competenze», il rispetto di «un piano di formazione periodico», l’adozione di «un piano di valutazione dei rischi, commisurato alla tipologia di servizi forniti specificatamente in telemedicina» e parecchie altre cose ancora. Occorreranno valutazioni e ragionamenti, intanto però la possibilità è stata messa nero su bianco.