Le forme di distribuzione del farmaco alternative alla convenzionata hanno depauperato le farmacie del territorio e il comparto industriale, generando numerose criticità. Lo ha detto il direttore generale di Egualia, Michele Uda, davanti alla commissione Affari sociali della Camera, riunita ieri per un nuovo giro di audizioni nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla distribuzione diretta. «La preoccupazione delle aziende produttrici» ha spiegato «è che tutti i farmaci autorizzati al commercio risultino sempre disponibili ai medici che li prescrivono e ai pazienti che li assumono, a prescindere dai canali con cui vengono distribuiti».
Dal 2015, ha continuato Uda, si è osservato un forte incremento del numero dei farmaci che passano dalla diretta-dpc: la convenzionata si è ridotta dal 78 al 63% del totale, la diretta-dpc invece è cresciuta dal 22 al 37%. «Abbiamo assistito di conseguenza» ha detto Uda «a un allargamento del Pht a farmaci che per uso dovrebbero essere invece affidati al territorio, ma finiscono nel canale degli acquisti diretti soltanto per finalità legate al controllo della spesa».
Ma le ricadute sull’accessibilità delle cure sono pesanti: «Ci sono categorie, come i Nao o gli antidiabetici orali» ha ricordato Uda «che rimangono nel Pht anche se ormai sono prossimi alla scadenza brevettuale e dovrebbero essere classificati in convenzionata per consentire ai medici di famiglia e ai pazienti di utilizzarli pienamente». Invece, mantenerli nel circuito della distribuzione diretta non significa soltanto arrecare un danno al rapporto fiduciario che lega il paziente al suo medico curante e al farmacista del territorio, ma imporre anche ai pazienti costi aggiuntivi del tutto ingiustificati. «In più» ha ricordato Uda «l’abitudine adottata in molte Asl di fornire ai pazienti confezioni per diversi mesi di terapia mette a forte rischio l’aderenza terapeutica e suscita dubbi riguardo alla corretta conservazione dei farmaci nelle case degli assistiti».
La ricetta che propone Egualia, così, è quella di procedere a un riordino complessivo della materia: «Occorre tornare allo spirito originario della 405/2001» ha detto Uda «che riservava la distribuzione diretta ai farmaci per i quali era necessario il controllo ricorrente delle strutture specialistiche. E va applicata la legge, mai rispettata, che impone il passaggio dal Pht alla convenzionata di tutti i farmaci con brevvetto scaduto».