E’ ormai pronto e potrebbe essere esaminato già nella Conferenza Stato-Regioni di domani, anche se al momento non è all’ordine del giorno, il protocollo per la vaccinazione antinfluenzale nelle farmacie del territorio. La bozza finale è stata anticipata ieri da Quotidiano Sanità e corrisponde alle anticipazioni che erano circolate nelle settimane scorse. A partire dal compenso riconosciuto alle farmacie, che si allinea ai 6,16 euro già riconosciuto ai medici di famiglia dalla loro convenzione. Un’altra importante novità riguarda l’inoculazione in regime privato: i cittadini, in altri termini, potranno chiedere la somministrazione in farmacia anche del vaccino antiflu acquistato di tasca loro, con un consistente risparmio di tempo rispetto a oggi, ma le farmacie dovranno applicare la stessa tariffa della prestazione in regime Ssn, ossia 6,16 euro.
Quanto all’abilitazione, il testo non è proprio chiarissimo ma sembra che per vaccinare contro l’influenza i farmacisti saranno tenuti a frequentare un nuovo corso dell’Istituto superiore di sanità, mentre l’attestato per la pratica può essere quello conseguito ai fini della campagna covid. Potranno essere vaccinati in farmacia – tanto in regime Ssn quanto in regime privato – soltanto i pazienti dai 18 anni in su, previa acquisizione del consenso informato e compilazione della scheda anamnestica (della quale la bozza fornisce il modello).
Per quanto concerne i requisiti strutturali, invece, il protocollo richiede che la somministrazione avvenga in ambienti della farmacia separati dagli spazi destinati all’accoglienza dei clienti e opportunamente arieggiati, oppure in un’area esterna predisposta, «pertinenziale alla farmacia» e «ricompresa nella circoscrizione farmaceutica prevista in pianta organica». Accettazione, somministrazione e monitoraggio post-vaccinale dovranno essere effettuati in tre aree separate «oppure in un unico locale purché sia garantita la separazione degli spazi e sia assicurato il rispetto del distanziamento». Dovranno essere affissi in farmacia avvisi che indichino con chiarezza le modalità di accesso, l’area dove avviene la somministrazione del vaccino dovrà consentire la «rapida disinfezione» delle superfici e gli appuntamenti andranno fissati «con un intervallo tra una persona e l’altra adatto a garantire un’adeguata sanificazione delle zone di contatto».
Il farmacista che somministra, inoltre, dovrà essere fornito di mascherina kn-95 e di camice monouso, così come dovrà igienizzare accuratamente le mani «prima e dopo» ogni seduta vaccinale. La farmacia, inoltre, dovrà garantire la presenza dell’addetto al primo soccorso di cui al d.lgs 81/2008, dovrà assicurare l’osservazione post-vaccinale del paziente per 15 minuti e avvisare prontamente il 118 in caso di reazione anafilattica. Possibile concentrare le sedute negli orari di chiusura.
«Eventuali ulteriori oneri relativi alle funzioni organizzative, al rimborso dei dispositivi di protezione, dei materiali di consumo e degli eventuali incentivi per il raggiungimento dei target vaccinali stabiliti sono demandati agli accordi regionali che recepiranno il protocollo nazionale. Stesso discorso per le incombenze burocratiche connesse alla somministrazione, a partire dalla registrazione dei pazienti vaccinati nell’anagrafe vaccinale.