E’ partita da una settimana abbondante, in Lombardia, la somministrazione in farmacia dei vaccini antinfluenzali. Sono 274 gli esercizi che finora hanno aderito alla campagna ma il numero cresce di giorno in giorno, man mano che i farmacisti completano il percorso formativo organizzato dall’Istituto superiore di sanità. Requisiti e procedure sono quelli impartiti dalla Regione Lombardia in base al Protocollo nazionale siglato a ottobre da Governo, Federfarma e Assofarm: come già anticipato, le farmacie somministreranno solo le dosi di antinfluenzale acquistate nel circuito della convenzionata: potranno quindi richiedere la somministrazione i lombardi maggiorenni che non rientrano nelle fasce per cui vige la vaccinazione gratuita e quindi acquistano il vaccino in regime privato.
Per costoro, l’inoculazione in farmacia diventa una soluzione particolarmente comoda, perché dopo avere comprato la dose di vaccino possono farselo subito iniettare pagando al farmacista un compenso professionale di 6,16 euro (oltre al costo del vaccino, ovviamente). «Le categorie che hanno diritto al vaccino gratuito» ricorda Federfarma Lombardia in una nota «dovranno invece rivolgersi al proprio medico di famiglia. Per la somministrazione del vaccino antinfluenzale in farmacia non è richiesta la prescrizione medica (necessaria solo in caso di semplice acquisto della dose) ma occorre sottoscrivere il consenso informato e compilare la scheda anamnestica».
«Quest’anno, per la prima volta, i farmacisti del territorio potranno somministrare direttamente il vaccino antinfluenzale ai cittadini che lo richiederanno» sottolinea la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «si compie un significativo passo avanti nell’evoluzione della farmacia dei servizi, per un’assistenza sanitaria sempre più vicina alle esigenze dei cittadini. L’Italia si allinea così ai Paesi europei come Francia, Portogallo e Regno Unito, dove la vaccinazione antinfluenzale in farmacia è già una realtà consolidata».
Vaccinazioni antinfluenzali in farmacia già partite anche in Veneto, che in apertura schiera lo stesso numero di esercizi della Lombardia, 250. «La somministrazione» spiega in una nota Federfarma regionale «sarà effettuata su prenotazione, in locali dedicati all’interno della farmacia o adiacenti, anche nell’orario di chiusura». Anche in veneto, infine, «possono essere vaccinati direttamente in farmacia tutti i cittadini maggiorenni che non hanno esenzioni per patologia, con un costo calmierato di 6,16 per la somministrazione oltre naturalmente al costo del vaccino. «La novità rappresenta una grande semplificazione» commenta Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto «perché non dovranno più procurarsi il vaccino in farmacia, conservarlo a casa in frigo e infine andare dal medico per la somministrazione».