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Vaccinazioni, riparto del fondo per le farmacie rivela: dati incompleti

27 Luglio 2022

Anche se nelle farmacie si vaccina contro covid da un anno circa (la prima a partire, nell’aprile 2021, era stata la Liguria) non tutte le Regioni sono in grado di rendicontare le somministrazioni effettuate finora e stimare quante potranno essere nel 2022. Ammette la lacuna lo schema di decreto sul riparto delle risorse destinate a rimborsare le vaccinazioni in farmacia che il ministero della Salute ha inviato alla Conferenza Stato-Regioni per l’intesa di rito: «Al fine di individuare i criteri di riparto» si legge nella Relazione che accompagna il documento «la Direzione generale della prevenzione sanitaria aveva avviato il 10 febbraio scorso una ricognizione tra le Regioni e le Province autonome, per avere contezza dell’eventuale rinnovo degli accordi con le farmacie territoriali per il 2022, del numero di farmacie aderenti in possesso dei requisiti prescritti per la vaccinazione contro Sars-CoV-2, del numero di somministrazioni effettuate nel 2021 e una stima delle vaccinazioni che si presume di effettuare nel 2022».

Purtroppo, ammette il Ministero, i dati ricevuti dalle Regioni «risultano parzialmente affidabili e/o esaustivi». Inoltre, gli accordi che avrebbero dovuto recepire a livello locale il Protocollo nazionale sulla vaccinazione in farmacia non sono stati sottoscritti dappertutto e «hanno avuto una diversa modalità applicativa e una diversa risposta da parte della popolazione, con un’ampia variabilità di regione in regione». Questi stessi accordi, inoltre, «non sono ancora stati rinnovati su tutto il territorio».

Per il 2022, ricorda lo schema di decreto, sono stati stanziati 4,8 milioni di euro, la stessa cifra messa a disposizione nel 2021, che coprono un volume complessivo di 800mila somministrazioni. Considerata l’indisponibilità di stime, la proposta del Ministero è di ripartire il finanziamento tra le Regioni a ottobre, sulla base delle vaccinazioni effettuate dalle farmacie al 30 settembre (che le Regioni stesse dovranno comunicare entro il 15 del mese successivo). «Qualora il numero delle vaccinazioni effettuate in farmacia sull’intero territorio nazionale ecceda le 800.000 dosi» avverte la bozza «la ripartizione sarà attuata in modo proporzionale».

In sostanza, lo schema di decreto conferma lo stesso meccanismo già adottato nel 2021: per le vaccinazioni in farmacia il Ssn mette sul piatto 4,8 milioni di euro, se il totale sfora la cifra preventivata l’eccedenza è a carico delle Regioni. E se si prende per buona la stima proposta a maggio dalla Fofi, secondo la quale le farmacie avrebbero somministrato finora circa tre milioni di dosi, la differenza rischia di essere consistente. «Quello che è in più sui 4,8 milioni» spiega a FPress Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale «le Regioni lo vanno a prendere dai fondi per la sperimentazione della farmacia dei servizi. Non a caso, con al Ministero avevamo chiesto che una quota dei rimborsi dovuti dalle farmacie per la remunerazione aggiuntiva fosse impiegata per rimpinguare le risorse della sperimentazione». In diverse Regioni, quello che non sarà speso in vaccini potrebbe non bastare al finanziamento delle nuove attività.