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Vaccini, diretta, servizi: la politica sostiene le richieste di Federfarma Lombardia

10 Giugno 2021

La farmacia del territorio occuperà un posto di primo piano nella riforma della sanità lombarda che scaturirà dal progetto di legge cui ha già cominciato a lavorare il Consiglio regionale. Tanto nel capitolo dell’assistenza farmaceutica, dove l’obiettivo è assicurare agli assistiti la massima accessibilità a tutti i farmaci che non richiedono un monitoraggio diretto dei trattamenti, quanto nella prevenzione, dove l’intenzione è di coinvolgere le farmacie nelle principali vaccinazioni del Piano nazionale, a partire dall’antinfluenzale. Sono alcune delle aperture arrivate dai rappresentanti della politica e dell’amministrazione sanitaria regionale che ieri hanno partecipato al convegno “phygital” promosso da Federfarma Lombardia in collaborazione con The European House Ambrosetti (e il contributo incondizionato ti Amgen e Teva) per ragionare sul valore delle farmacie nel post covid-19 in Lombardia.

Il tema è stato scelto dal sindacato titolari con l’obiettivo di lanciare alla politica un messaggio netto e chiaro: nella pandemia, le farmacie hanno dimostrato di essere un perno centrale dell’assistenza sanitaria di prossimità, vicariando spesso altre parti del sistema. «Siamo rimasti sempre aperti» ha ricordato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia « quando tutti erano chiusi. Abbiamo assicurato la continuità dell’assistenza farmaceutica, abbiamo dato informazioni e chiarimenti, abbiamo stampato le ricette per gli assistiti, prima regione in Italia a farlo, abbiamo dato l’ossigeno ai pazienti in terapia domiciliare e con la Croce Rossa abbiamo recapitato i farmaci a casa di chi non era autosufficiente. Ora assicuriamo lo screening per covid con i tamponi antigenici – ne abbiamo somministrati più di 550mila in un paio di mesi – e siamo pronti a vaccinare, dopo aver completato la formazione e attrezzato le nostre farmacie». Per questo motivo, ha detto Racca, le farmacie vogliono continuare a dispensare ed erogare servizi anche nella nuova Sanità lombarda: «Portiamo l’assistenza farmaceutica vicino ai cittadini» ha ricordato «vogliamo continuare a dispensare la convenzionata ma anche tutti i farmaci più recenti di uso consolidato che possono essere affidati al canale della farmacia. E siamo pronti a lavorare sui servizi di prossimità previsti dal Recovery plan, dalla telemedicina e teleassistenza all’aderenza terapeutica».

A spiegare più in dettaglio le proposte delle farmacie è stato il vicepresidente di Federfarma Lombardia, Luigi Zocchi: «Per quanto concerne la distribuzione diretta» ha detto «la nostra richiesta è quella che vengano affidati alla dpc tutti i medicinali che non richiedono un monitoraggio continuo dei trattamenti. Per scongiurare impennate insostenibili della spesa farmaceutica regionale, proponiamo la formula della cessione del contratto, già sperimentata in un’altra regione: cambierebbe l’aliquota iva e sarebbe così possibile trasferire al canale delle farmacie quasi tutti i medicinali della diretta».

Riguardo all’aderenza terapeutica, ha continuato Zocchi, «ribadiamo la proposta già avanzata prima che scoppiasse la pandemia, che punta all’uso di pillolieri elettronici per favorire appropriatezza e compliance di cronici e politrattati». Ha parlato di telemedicina come servizio di prossimità erogabile anche dalle piccole farmacie Ferdinando Peschiulli, referente rurale di Federfarma Lombardia: «Nelle aree più disagiate la farmacia è stata spesso l’unica presenza palpabile del Ssn» ha ricordato «abbiamo sopperito alle carenze del Ssn con grande spirito di sacrificio, nei piccoli paesi la farmacia rurale può essere la sentinella avanzata dell’assistenza sanitaria, a patto che venga valorizzata».

Al di fuori del sindacato, poi, tutti hanno concordato sul grande impegno espresso dalle farmacie durante la pandemia: «Un sentito grazie ai farmacisti per quello che hanno fatto» ha detto Sergio Dompé, presidente, del Gruppo Dompé «l’esperienza maturata nell’emergenza insegna che è fondamentale far lavorare assieme medici di famiglia e farmacie e dare loro un ruolo più centrale». «La legge sulla vaccinazione in farmacia è stata una conquista importantissima» ha detto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «ora dobbiamo lavorare a una riforma che abbatta altri tabù e che ridia slancio alla farmacia dei servizi partendo da dove ci eravamo fermati. La sperimentazione è stata interrotta dalla pandemia ma quanto accaduto nel 2020 si può paragonare a una sperimentazione, quindi ora dobbiamo andare avanti».

Le proposte di Federfarma hanno trovato importanti aperture dai rappresentanti della politica lombarda. «Il nostro obiettivo è che le farmacie continuino a essere e diventino ancora di più un punto di forza del nostro sistema sanitario regionale» ha detto l’assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti «e lo faremo attraverso lo sviluppo della farmacia dei servizi e il rafforzamento del loro ruolo di presidio territoriale del Ssn. Con il riordino del servizio sanitario regionale, infatti trasformeremo questo luogo “amico” da punto di distribuzione di farmaci a luogo di prossimità per il consiglio e l’assistenza ai pazienti».

«La farmacia si contraddistingue per una capillarità e una professionalità che non ritroviamo in nessun’altra risorsa del servizio sanitario» ha rimarcato Giovanni Pavesi, direttore generale al Welfare della Regione Lombardia «per questo la vaccinazione in farmacia rappresenta un passo avanti epocale che va considerato anche un riconoscimento delle qualità del servizio e della fiducia che riscuote tra gli assistiti». Il protocollo regionale che darà il via alla somministrazione dei vaccini covid nelle farmacie lombarde è quasi pronto, ha continuato Pavesi, «stiamo definendo compiutamente gli ultimi passaggi compresa la parte economica e la questione sicurezza, perché l’obiettivo è garantire ai cittadini che chi si vaccinerà in farmacia ha la stessa assistenza di chi lo fa negli hub vaccinali, dove ci sono ambulanze e personale dell’emergenza-urgenza». Come ha spiegato Alberto Zoli direttore generale dell’Areu, provvederà allo scopo «un collegamento diretto, anche via app, con la centrale operativa regionale dell’emergenza-urgenza».

Ma Pavesi ha fornito importanti aperture anche riguardo ai contenuti della riforma sanitaria: «Se le prime bozze, come è stato osservato, non entrano in profondità nel tema dell’assistenza farmaceutica è perché non vediamo criticità da affrontare» ha osservato «in ogni caso c’è l’intenzione di coinvolgere ampiamente le farmacie, nella farmacovigilanza ma anche nei servizi, dove lavoreremo con la categoria per definire prestazioni e requisiti. Perché il messaggio è: noi crediamo nelle farmacie e nel loro contributo».

Ampie aperture anche da Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, che da pochi giorni ha avviato l’audizione delle parti sociali sui contenuti della riforma e intanto ha cominciato a lavorare al progetto di legge. «Nel momento in cui l’atto medico della vaccinazione è nelle more del farmacista» ha detto «allora la farmacia diventa un interlocutore sul territorio anche per la vaccinazione influenzale. Più in generale, la rete delle farmacie diventa una risorsa da impiegare nel più vasto campo della prevenzione: vaccinazioni, screening, diagnostica, follow up». Anche in tema di distribuzione dei farmaci serve una rivalutazione delle scelte effettuate finora: «Dobbiamo ridefinire bene insieme norme e modalità» ha spiegato Monti «ma penso che bisogna portare vantaggi al cittadino perché gli siano risparmiati inutili spostamenti, a lui così come al caregiver che lo assiste, e fare in modo che possa avere il farmaco vicino a casa». «Nell’emergenza pandemica il contributo della farmacia è stato cruciale anche se in buona parte ha fatto ciò che da sempre fa» ha aggiunto Marco Alparone, sottosegretario della delegazione di Bruxelles e sistema dei controlli di Regione Lombardia «ora il lavoro del legislatore dev’essere quello non di scrivere una nuova riforma sanitaria, quanto piuttosto nobilitare una buona riforma (quella del 2015, ndr), orientandola in direzione del territorio e prendendo atto che la farmacia, con la sua capillarità, è protagonista dell’assistenza sul territorio».