Al contrario dei due precedenti, s’infrange sui banchi della maggioranza il terzo ordine del giorno presentato in quattro mesi da Forza Italia per spianare la strada alle vaccinazioni in farmacia. E da Federfarma, Fofi e Assofarm parte subito la richiesta di un incontro urgente con il ministro della Salute, «per acquisire in via definitiva l’orientamento del dicastero su questa materia». E’ accaduto tutto ieri, in un crescendo che potrebbe essere espressione dell’insofferenza dei rappresentanti delle farmacie per le risposte contradditorie della politica, mentre la campagna vaccinale entrante è ormai alle porte e il tempo scarseggia.
Il fuoco alle polveri l’ha dato lo stop impartito ieri dalla Camera all’ordine del giorno presentato da Mariastella Gelmini (Fi), nella sola parte in cui impegna il Governo «ad assumere iniziative circa la possibilità di usare anche le farmacie per la somministrazione della vaccinazione antinfluenzale». Federfarma, Assofarm e la stessa Fofi hanno immediatamente letto tra le righe della bocciatura un messaggio preoccupante (sullo stesso tema altri due ordini del giorno erano passati indenni da Montecitorio a maggio e all’inizio di questo mese) e nel giro di poche ore hanno diffuso un comunicato rivolto al ministro della Salute, Roberto Speranza. Nel quale si esprime «perplessità» per l’episodio capitato alla Camera, si ricorda una volta di più che la vaccinazione in farmacia è ormai prassi consolidata in 14 Paesi europei e si rammentano «le posizioni espresse dalla Regione Lazio (che nei giorni scorsi aveva chiesto sul tema un parere alla Presidenza del Consiglio, ndr), da autorevoli istituzioni scientifiche e da Cittadinanzattiva».
Di qui, conclude la nota, la richiesta delle tre organizzazioni per «un incontro urgente con il ministro della Salute, allo scopo di acquisire in via definitiva l’orientamento del dicastero su questa materia». Il forcing è partito.