Se ne riparlerà lunedì, in una seduta straordinaria della conferenza Stato-Regioni già convocata ieri dal presidente Stefano Bonaccini, della richiesta del ministero della Salute perché i governi regionali “dirottino” sulle farmacie (per la vendita in fascia C) una quota dei loro vaccini, acquistati tra luglio e agosto con gare centralizzate. Il rinvio è stato concordato l’altro ieri, sempre al tavolo della Stato-Regioni, quando il Ministero – come concordato martedì 8 settembre con Federfarma, Fofi e Assofarm – ha messo la questione sul tavolo “fuori sacco”, come si dice in gergo, cioè senza che fosse all’ordine del giorno.
Le farmacie avrebbero preferito una risposta immediata, visto che la campagna influenzale partirà da ottobre e i grossisti ancora devono essere riforniti, ma era irrealistico sperare che le Regioni potessero esprimersi su due piedi. Anche perché i governatori, come sarebbe stato fatto capire giovedì, ancora non sono del tutto certi che gli ordini effettuati basteranno a raggiungere gli obiettivi vaccinali prefissati. E non solo: tre Regioni risulterebbero in forte ritardo sulle procedure di acquisto e avrebbero già chiesto alle altre una quota dei loro vaccini, almeno per arrivare alla copertura delle fasce protette. Insomma, ci sono ancora molte incognite da sciogliere.
Intanto, secondo alcune fonti, per coprire le carenze è sul tavolo anche l’opzione di acquistare partite di vaccino dalla Cina, com’è già accaduto per le mascherine e altri dispositivi. E’ ancora da capire se con questo eventuale “piano B” si pensa di soddisfare le richieste aggiuntive delle Regioni o quelle delle farmacie, ma in quest’ultimo caso i farmacisti titolari non farebbero salti di gioia, vista l’esperienza recentissima delle mascherine importate dal Paese asiatico.