Al ministero della Salute servirà non più di una settimana per individuare le soluzioni con cui assicurare alle farmacie del territorio un’adeguata provvista di vaccini per la stagione influenzale entrante. E’ l’impegno assunto dal dicastero al termine dell’incontro avuto ieri con Fofi, Federfarma e Assofarm, nel corso del quale sono state esaminate le criticità che rischiano di gravare sulla prossima campagna vaccinale.
L’appuntamento, come si ricorderà, era stato sollecitato nei giorni scorsi dalle farmacie pubbliche e private, una volta acclarato definitivamente che i massicci acquisti di vaccino programmati da molte Regioni tra luglio e agosto lasceranno a secco la domanda “out of pocket” (cioè gli acquisti in regime privato), che tradizionalmente passa dalle farmacie del territorio.
Si tratta, come è stato spiegato ai funzionari del Ministero, di consumi che l’anno scorso hanno assorbito circa un milione di dosi, utilizzate dalle persone che non rientrano nelle fasce a rischio ma desiderano comunque evitare di ammalarsi, da coloro che intendono anticipare la campagna di profilassi e anche da quelle aziende che offrono il vaccino al proprio personale per ridurre le giornate di malattia.
Resterebbe così esclusa, hanno ricorcdato le tre organizzazioni di categoria, una fetta di popolazione costituita in massima parte da persone in piena attività lavorativa, che è strategico vaccinare non solo per contenere la trasmissione del virus ma anche per ridurre i costi sociali della patologia. Lasciare senza forniture il canale farmacia, di conseguenza, comporterebbe ricadute che è opportuno scongiurare. E gli spazi di manovra, è una delle evidenze valutate nell’incontro, ancora ci sono, perché gran parte delle Regioni ha piazzato gli ordini ma ancora deve ricevere le forniture.
I funzionari del Ministero hanno registrato considerazioni e dati messi sul tavolo dalle tre organizzazioni e si sono impegnati a convocare entro la prossima settimana un secondo incontro, nel quale verranno presentate le soluzioni con cui risolvere il problema. Fofi, Federfarma e Assofarm, dal canto loro, hanno approfittato dell’occasione anche per richiamare l’attenzione sui benefici che assicurerebbe un «intervento attivo del farmacista» nella campagna vaccinale, come già avviene nella maggior parte dei principali Paesi europei.