Negli 11 mesi che vanno da gennaio a novembre 2020, le ricette Ssn passate dalle farmacie del territorio sono il 5,6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. E con dicembre la contrazione potrebbe ancora peggiorare, per gli effetti della mancata morbilità stagionale che ha caratterizzato la fine d’anno. L’indicazione arriva dall’ultimo report dell’Aifa sulla spesa farmaceutica pubblica, che copre i primi undici mesi del 2020: in quanto a ricette prescritte il confronto con il 2019 rimane negativo dallo scorso aprile, anche se il picco di maggio (-22,7%) non ha più avuto repliche e a settembre e novembre la contrazione è minima (-0,6 e -0,1% rispettivamente).
L’andamento delle prescrizioni ha ovviamente riflessi sulla spesa farmaceutica convenzionata, che negli 11 mesi cala del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 (ossia 173 milioni di euro). La contrazione però non è la stessa in tutte le Regioni: nella Provincia autonoma di Trento, in Basilicata e Lombardia la convenzionata fa registrare addirittura una crescita (vedi tabella sotto), in Piemonte e Marche la perdita è del 5%.
Sulla spesa sanitaria pubblica, la convenzionata arriva così a pesare negli 11 mesi del 2020 il 6,6%, ossia 1,3 punti percentuali sotto al tetto del 7,96% (tagliato da quest’anno al 7%). Ne risulta un avanzo di 1,4 miliardi di euro, che anziché andare alle farmacie del territorio finirà in qualche altra spesa dei bilanci sanitari regionali.
Il discorso però non vale per le farmacie della Lombardia, che si conferma ancora una volta la più “vicina” ai farmacisti titolari: nella regione, infatti, la spesa convenzionata ammonta a quasi 1,4 miliardi di euro, ossia il 7,50%; sul tetto del 7,96%, di conseguenza, la quota di budget non speso è di appena quattro decimi di punto, quando a livello nazionale (come detto sopra) supera l’1,3%. Non parliamo poi dell’Emilia Romagna: la sua spesa convenzionata ammonta al 5,2%, dunque c’è un 2,5% del budget che non finisce in farmaci dispensati dalle farmacie del territorio.