Nei primi sette mesi di quest’anno, , la spesa farmaceutica convenzionata ha superato i 4,8 miliardi di euro, ossia il 6,5% del Fondo sanitario nazionale 2023. A riferirlo l’ultimo report dell’Aifa, che aggiorna a luglio numeri e andamento della spesa per farmaci del Ssn. Rispetto allo tesso periodo dell’anno precedente si registra un aumento di 63,8 milioni di euro, cui corrisponde un incremento dell’1,5% delle ricette, che salgono così a 336,4 milioni, mentre calano le dosi giornaliere dispensate (-0,1%).
Per quanto concerne le singole regioni, la Lombardia si riconferma la più attenta ad assicurare un’assistenza farmaceutica di prossimità ai suoi assistiti (dato che dedica alla convenzionata il 7,60% del proprio budget), Emilia Romagna e Veneto invece quelle che – tra le grandi regioni – spendono di meno, rispettivamente il 5,18 e il 5,26%.
Come noto, la “sfida” che il ddl Bilancio lancia a regioni come Emilia Romagna e Veneto è proprio quella di incrementare la spesa convenzionata a scapito della diretta attraverso le due norme-chiave sulla nuova remunerazione e sul riequilibrio dei canali distributivo, in particolare l’articolo che prevede l’allestimento di un «elenco vincolante» dei farmaci che le amministrazioni regionali potranno decidere di spostare dalla diretta alla dpc e alla convenzionata.
Intanto continua a segnare rosso profondo la spesa per acquisti diretti, che nei sette mesi – al netto dei gas medicinali – arriva a 9,4 miliardi di euro per uno scostamento dal tetto di 2,7 miliardi. La Sardegna è la Regione che mostra l’incidenza più elevata (13,4% a fronte di una media dell’11,3% e di un tetto del 7,65%), la Lombardia è quella che meno spende per il canale ospedale+diretta (9,5%) sempre a esclusione delle piccole province autonome.