Nel 2016 la spesa sostenuta dal Ssn per l’erogazione dei medicinali destinati al trattamento della dipendenza da alcol ha toccato gli 8,2 milioni di euro. L’88% ha coperto l’acquisto di farmaci destinati alla somministrazione nelle strutture pubbliche o alla distribuzione diretta-dpc, il restante 12% è andato a rimborsare la dispensazione in regime convenzionato nelle farmacie del territorio. Le cifre arrivano dalla Relazione annuale su alcol e problemi correlati che il ministero della Salute ha trasmesso al Parlamento nei giorni scorsi. Un capitolo del rapporto è dedicato alla spesa del Ssn per i farmaci impiegati nel trattamento della dipendenza, che riguarda un ristretto giro di principi attivi (disulfiram, naltrexone cloridrato, sodio oxibato, metadoxina, acamprosato e nalmefene) per un totale di 35 confezioni autorizzate e 14 effettivamente commercializzate (il 57% in fascia A e H, il resto in fascia C).
La spesa transitata dalle farmacie del territorio, in particolare, ha sfiorato nel 2016 il milione di euro, +5,6% sull’anno precedente, con l’acamprosato al primo posto nella classifica delle vendite (52% della spesa), seguito da naltrexone (25%) e disulfiram (23%). Gli incrementi maggiori tra 205 e 2016, invece, riguardano metadoxina (+57,2%), naltrexone (+16,3%) e disulfiram (+9,0%), mentre resta sostanzialmente stabile acamprosato (-0,1%). Piatto anche l’andamento della spesa nel quinquennio per il canale convenzionato: anche se con oscillazioni da un anno all’altro, i valori restano quasi gli stessi del 2012, quando la spesa Ssn nelle farmacie (sempre per questa categoria di farmaci) ammontava a 1.059.000 di euro.
Quadro del tutto differente per gli acquisti diretti, ossia la spesa per i farmaci distribuiti nelle strutture o in diretta-dpc: nel 2016 ha toccato i 7,2 milioni di euro, con il segno più fisso per tutto il quinquennio (nel 2012 ammontava a poco più di 6 milioni di euro). Qui in testa alle vendite ci sono sodio oxibato (81% della spesa) e acamprosato (11%), mentre gli incrementi più importanti tra 2015 e 2016 riguardano metadoxina (+252,1%), nalmfene (+10,8%) e naltrexone (+7,2%).
La quota principale di alcol-dipendenti, continua la relazione, è stata sottoposta a trattamenti medico-farmacologici in regime ambulatoriale (28,1%), seguono il counseling (25,5%), il trattamento socio-riabilitativo (15,3%), i trattamenti psicoterapeutici (12,1%), i gruppi di auto/mutuo aiuto (5%) e l’inserimento in comunità residenziale o semiresidenziale (2,9%). Nel 2016 la bevanda alcolica maggiormente consumata è il vino (49,6%), seguito dalla birra (26,2%), dai superalcolici (10,2%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (5,5%). La distribuzione dei consumi, tuttavia, è soggetta a variabilità regionale: il ricorso al vino è più frequente al nord, la birra e i superalcolici al sud.