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Alcol-dipendenze: spesa farmaci Ssn a 8,2 milioni, 88% in acquisti diretti

11 Aprile 2018

Nel 2016 la spesa sostenuta dal Ssn per l’erogazione dei medicinali destinati al trattamento della dipendenza da alcol ha toccato gli 8,2 milioni di euro. L’88% ha coperto l’acquisto di farmaci destinati alla somministrazione nelle strutture pubbliche o alla distribuzione diretta-dpc, il restante 12% è andato a rimborsare la dispensazione in regime convenzionato nelle farmacie del territorio. Le cifre arrivano dalla Relazione annuale su alcol e problemi correlati che il ministero della Salute ha trasmesso al Parlamento nei giorni scorsi. Un capitolo del rapporto è dedicato alla spesa del Ssn per i farmaci impiegati nel trattamento della dipendenza, che riguarda un ristretto giro di principi attivi (disulfiram, naltrexone cloridrato, sodio oxibato, metadoxina, acamprosato e nalmefene) per un totale di 35 confezioni autorizzate e 14 effettivamente commercializzate (il 57% in fascia A e H, il resto in fascia C).

La spesa transitata dalle farmacie del territorio, in particolare, ha sfiorato nel 2016 il milione di euro, +5,6% sull’anno precedente, con l’acamprosato al primo posto nella classifica delle vendite (52% della spesa), seguito da naltrexone (25%) e disulfiram (23%). Gli incrementi maggiori tra 205 e 2016, invece, riguardano metadoxina (+57,2%), naltrexone (+16,3%) e disulfiram (+9,0%), mentre resta sostanzialmente stabile acamprosato (-0,1%). Piatto anche l’andamento della spesa nel quinquennio per il canale convenzionato: anche se con oscillazioni da un anno all’altro, i valori restano quasi gli stessi del 2012, quando la spesa Ssn nelle farmacie (sempre per questa categoria di farmaci) ammontava a 1.059.000 di euro.

 

 

Quadro del tutto differente per gli acquisti diretti, ossia la spesa per i farmaci distribuiti nelle strutture o in diretta-dpc: nel 2016 ha toccato i 7,2 milioni di euro, con il segno più fisso per tutto il quinquennio (nel 2012 ammontava a poco più di 6 milioni di euro). Qui in testa alle vendite ci sono sodio oxibato (81% della spesa) e acamprosato (11%), mentre gli incrementi più importanti tra 2015 e 2016 riguardano metadoxina (+252,1%), nalmfene (+10,8%) e naltrexone (+7,2%).

 

 

La quota principale di alcol-dipendenti, continua la relazione, è stata sottoposta a trattamenti medico-farmacologici in regime ambulatoriale (28,1%), seguono il counseling (25,5%), il trattamento socio-riabilitativo (15,3%), i trattamenti psicoterapeutici (12,1%), i gruppi di auto/mutuo aiuto (5%) e l’inserimento in comunità residenziale o semiresidenziale (2,9%). Nel 2016 la bevanda alcolica maggiormente consumata è il vino (49,6%), seguito dalla birra (26,2%), dai superalcolici (10,2%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (5,5%). La distribuzione dei consumi, tuttavia, è soggetta a variabilità regionale: il ricorso al vino è più frequente al nord, la birra e i superalcolici al sud.