Negli ultimi due anni, più di un italiano su tre non ha trovato in farmacia o in ospedale il farmaco che gli serviva. Lo rivela un’indagine condotta da Altroconsumo mediante interviste a un campione di circa 1.300 persone tra i 25 e i 74 anni, con la stessa distribuzione territoriale della popolazione generale. In particolare, ammonta al 38% la quota di italiani che riferisce di avere dovuto rinviare di almeno 24 ore il ritiro del farmaco di cui aveva bisogno perché non era nell’immediata disponibilità della farmacia o dell’ospedale.
E’ un problema, osserva l’associazione, perché nell’87% dei casi si tratta di farmaci con obbligo di ricetta, che «dovrebbero essere consegnati entro 12 ore dai distributori, quando invece gli intervistati riferiscono di attese in qualche caso anche superiori ai 7 giorni». A quasi una persona su due tra quelle che non sono riuscite ad avere subito il loro farmaco, poi, la circostanza ha causato ansia, peggioramento dei sintomi, persino effetti indesiderati imputabili al prodotto dispensato in sostituzione.
«Quello delle indisponibilità dei farmaci è un problema annoso e complesso» osserva ancora Altroconsumo «dove non sono sempre chiare le responsabilità. L’emergenza sanitaria causata da covid, con l’impennata esponenziale della domanda di alcuni medicinali, ha inoltre accentuato il fenomeno». In tal senso, la collaborazione avviata dai Paesi europei durante la pandemia è un segnale positivo e potrebbero fare la differenza. «Insieme al Beuc, la rete dei consumatori europei» ricorda Altroconsumo «abbiamo scritto alla Commissione Ue per proporre alcune misure con cui armonizzare le legislazioni nazionali e rendere davvero efficiente questa collaborazione». In sintesi, occorrono una definizione normativa comune di carenza, il rafforzamento degli obblighi di fornitura per aziende e distributori, sanzioni, modalità di segnalazione delle indisponibilità. «Chiediamo un database europeo delle carenze, che ne includa motivazioni e durata e un sistema semplice per i cittadini, come un’app, per segnalare ed essere aggiornati sulle disponibilità; infine, abbiamo richiesto l’esplorazione di alternative produttive, anche pubbliche, che mirino a mantenere i medicinali necessari sempre disponibili ed economicamente accessibili per tutti i cittadini».