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Antibiotici, Aifa: consumi in calo nel 2021 ma sempre alti rispetto agli altri Paesi

4 Aprile 2023

Continua a calare il consumo di antibiotici in Italia (-3,3% nel 2021 sul 2020) anche se i valori rimangono superiori a quelli di molti altri Paesi europei. È il bilancio che arriva dal Rapporto sull’uso degli antibiotici in Italia curato dall’Osmed e pubblicato sul portale dell’Aifa. Nel confronto europeo, riferisce l’Agenzia in una nota, emerge in particolare un ricorso più diffuso agli antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle microbicoresistenze. Si conferma un’ampia variabilità regionale nei consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud.

Nel 2021, dice ancora il Rapporto, circa tre italiani su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Nella popolazione pediatrica, invece, i consumi maggiori si concentrano nella fascia tra 2 e 5 anni, in cui circa quattro bambini su dieci hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici. Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Ssn e di queste quasi il 90% è stato erogato in regime convenzionato.

Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (36% dei consumi totali), seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. Quanto ai trend regionali, permane un’ampia variabilità nei consumi a carico del Ssn, maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni settentrionali si registra inoltre il calo più cospicuo tra 2021 e 2020 (-6,1%), mentre al Sud la contrazione è più contenuta (-2,2%) ed è più diffuso l’utilizzo di antibiotici di seconda scelta.

L’Italia, pur con le sue differenze, si conferma uno dei Paesi europei dove si fa più ricorso a molecole ad ampio spettro, a maggior impatto sulle resistenze antibiotiche e pertanto considerate di seconda linea, con un trend in peggioramento negli ultimi due anni. Il nostro è anche uno dei Paesi con la minore quota di consumo degli antibiotici del gruppo “Access” (47%), considerati antibiotici di prima scelta, che secondo l’Oms dovrebbero costituire almeno il 60% dei consumi totali.

Sia i consumi in regime di assistenza convenzionata sia gli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche sono aumentati nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.