Bronchite? Semaforo rosso, niente antibiotici. Otite nei bambini? Luce arancione per l’antimicrobico, utilizzabile solo in casi gravi, piccoli immunocompromessi o di età inferiore ai due anni. Polmonite? Disco verde per amoxicillina o doxiciclina. È la app a semaforo dell’Aifa, denominata Firstline, con informazioni utili sul trattamento delle dieci più comuni infezioni tra adulti e bambini.
Scaricabile gratuitamente dagli store ufficiali di Google e Apple, ma anche dal sito https://firstline.org/aifa per la versione web, è uno strumento semplice e di agile consultazione, a disposizione dei medici, per supportarli nella prescrizione antibiotica, ma consultabile anche dai farmacisti e dai cittadini. Con l’intento di scoraggiare l’uso “fai da te” e la chiara avvertenza di non assumere mai gli antibiotici senza prima aver consultato il medico.
L’App – presentata ieri in concomitanza con la pubblicazione del Rapporto 2023 sul consumo di antibiotici in Italia – ingloba e rielabora le raccomandazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nell’AWaRe Antibiotic Book sulla gestione delle infezioni più comuni nei bambini e negli adulti. L’Agenzia, in collaborazione con società scientifiche e sindacati medici, ne ha selezionato alcune nell’ambito dell’assistenza extra-ospedaliera, adattandole al contesto epidemiologico e alla disponibilità dei farmaci in Italia. Selezionando l’infezione da trattare, l’App fornisce per ciascuna delle 10 malattie i virus o i batteri che le causano, i sintomi più frequenti, gli esami diagnostici consigliati e le terapie farmacologiche più appropriate, antibiotiche e non.
Le terapie antibiotiche indicate nella App vengono suddivise in base alla classificazione AWaRe introdotta dall’OMS che individua tre categorie: Access, Watch e Reserve.
La categoria Access, evidenziata in verde, include gli antibiotici con uno spettro di attività ristretto e a basso rischio di indurre resistenze. Si tratta di quegli antibiotici da usare preferibilmente nella maggior parte delle infezioni più frequenti, quali ad esempio quelle delle vie aeree superiori.
Gli antibiotici Watch, rappresentati in arancione, hanno uno spettro d’azione più ampio e sono raccomandati come opzioni di prima scelta solo per particolari condizioni cliniche.
Alla categoria Reserve, segnalata in rosso, appartiene un ristretto numero di antibiotici da impiegare solo nelle infezioni multiresistenti.
Incrementare la quota degli antibiotici Access rispetto a quelli delle altre due classi è ritenuta una scelta utile nell’impegno comune per far sì che anche in futuro gli antibiotici a nostra disposizione siano efficaci contro le infezioni batteriche. I dati del Rapporto Aifa sull’uso degli antibiotici in Italia 2023 confermano che nel nostro Paese ci sono ampi margini di miglioramento sia in termini di consumi che di appropriatezza. È ancora troppo basso il ricorso agli antibiotici Access (50,8%) rispetto alle raccomandazioni dell’OMS (60%) e agli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030 (65%), a fronte di una media europea del 61,5%. Risulta invece elevato il ricorso ai farmaci Reserve, con una incidenza del 6,8% rispetto a una media europea del 5,4%. Quest’ultimo dato potrebbe essere dovuto a un uso inappropriato, ma anche alla maggior prevalenza di resistenze batteriche in Italia e quindi alla maggiore necessità di trattare infezioni multiresistenti rispetto ad altri Paesi europei.