Nel mercato del farmaco che passa dal canale della farmacia, gli equivalenti puri pesano per il 12,4% a valori e per il 21,5% a volumi, con il 90% circa delle confezioni vendute riconducibili alla classe A. E’ quanto emerge dall’ultimo Report annuale del Centro studi di Assogenerici, diffuso ieri e dedicato a un consuntivo del mercato off patent nel 2017. Gli equivalenti puri, dicono i dati, mostrano nell’anno una crescita del 5,7% a unità e del 9,5% a valori, che risalta ulteriormente se confrontata con i decrementi del mercato farmaceutico nel suo insieme (-1% a unità e -1,6% a valori) e dei branded a brevetto scaduto (-2,8% a unità e -3,1% a valori). Cala anche il segmento dei farmaci rimborsati di classe A (-1,1% in volumi e -1,8% in valori rispetto al 2016), tirato verso il basso dai medicinali ancora coperti da brevetto (-9,5% a valori nel 2017) perché gli equivalenti fanno invece segnare un incremento del 5%.
Nel 2017, così, il 54,11% dei consumi di farmaco registrati in farmacia (classe A più C) hanno riguardato i branded a brevetto scaduto, il 24,42% farmaci coperti da brevetto e il 21,47% equivalenti puri. I branded a brevetto scaduto dominano anche la segmentazione a valori con il 49,13%, seguiti dai farmaci coperti da brevetto (38,52%) e a notevole distanza gli equivalenti (12,35%).
L’analisi per aree geografiche conferma invece la tradizionale polarizzazione dei consumi, con un Nord caratterizzato da un robusto ricorso alle cure equivalenti (35,4% a unità e 24,8% a valori), a fronte di una media nazionale decisamente inferiore (28,5% a unità e 20,1% a valori) e valori ancora più bassi nel Centro (26% a unità; 18,6% a valori) e nel Sud (20,9% a unità e 14,8% a valori). Ancora una volta Trento domina la classifica per consumi di equivalenti (nella Provincia autonoma va agli off patent il 41,8% della spesa Ssn di classe A), seguono Lombardia (37,8%), Emilia-Romagna (35,3%) e Bolzano (34,1%). Fanalino di coda è la Basilicata, con una spesa per equivalenti sul totale rimborsato Ssn del 19%.